Ictus: Trento e Bolzano creano la «rete»
Accordo tra le due Province: «Sarà un percorso altamente innovativo»
TRENTO Aumentano diabete, obesità, ipertensione arteriosa e, di conseguenza, le patologie vascolari. In particolare, in ambito neurologico, crescono i casi di ictus ischemico cerebrale e di emorragia cerebrale dovuta a rottura di aneurisma o a malformazioni artero-venosa (MAV). Così, Trento corre ai ripari e promuove, in accordo con Bolzano, la creazione di una «rete per l’ictus». Ovvero, un servizio sovraziendale di neuroradiologia che, secondo quanto deliberato dalla giunta provinciale, dovrà portare alla nascita di un «percorso altamente innovativo di collaborazione organizzativa» con un’unica direzione delle funzioni e delle attività afferenti alle due strutture aziendali. La rete dovrà garantire interventi neuroradiologici d’urgenza con un ampliamento dei trattamenti offerti, un’equipe guidata da un «direttore di profilo internazionale» e una stretta sinergia tra la medicina nucleare e il centro di protonterapia. La decisione nasce da un decreto del ministero della Salute (n. 70 del 2015) che prevede per le Unità ospedaliere di II livello per il trattamento di pazienti con ictus, la creazione di una rete che assicuri interventi h 24 di neuroradiologia, interventistica endovascolare, neurochirurgia e chirurgia vascolare. Sulle ultime due, l’Azienda sanitaria trentina è già attiva da diversi anni, ma l’interventistica neuroradiologica è svolta attualmente solo grazie alla consulenza di un neuroradiologo esperto proveniente dall’U.O di Verona, pur trattandosi di una branca centrale per il trattamento delle patologie citate. Secondo l’Associazione Italiana di Neuroradiologia, infatti, si stimano 200 trattamenti in urgenza all’anno per 1 milione di abitanti, valore che potrebbe arrivare anche a 300 interventi. A fronte di questi dati, il ministero ha richiesto la creazione di una stroke unit che tratti almeno 500 casi l’anno con un bacino minimo di utenza di 1 milione di abitanti. Ma, viste le dimensioni più ristrette della provincia di Trento, si è preferito convergere verso una forma diversa di collaborazione che possa essere altrettanto efficace. Ora, toccherà agli assessori Luca Zeni e Marta Stocker e ai dg Paolo Bordon e Thomas Schael rendere operativo l’accordo.