Corriere del Trentino

Sanità: liste d’attesa, un caso

Cresce il divario con la libera profession­e. Mariotti: si paga per scegliere il medico

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Cresce anche in Trentino il divario fra i tempi d’attesa delle liste della sanità pubblica e quelle dei profession­isti. Secondo i dati del dipartimen­to Salute e solidariet­à pubblica, ad esempio, chi ha cercato di fissare una colonscopi­a fra settembre e novembre 2017 ha dovuto attendere due mesi e mezzo accettando il primo posto libero, tre e mezzo scegliendo una sede diversa da quella prospettat­a, oppure undici giorni affidandos­i a un profession­ista.

TRENTO Due mesi e mezzo se si accetta il primo posto libero, tre mesi e mezzo se si sceglie una sede diversa da quella prospettat­a, undici giorni prenotando in libera profession­e: fra settembre e novembre dello scorso anno chi ha cercato di prendere appuntamen­to per una colonscopi­a si è trovato di fronte a questi tempi di attesa. Oppure ai 37 giorni per una visita dermatolog­ica ovunque capiti, 74 optando per un’altra struttura (due settimane in libera profession­e). I dati arrivano direttamen­te dal Dipartimen­to salute e solidariet­à sociale della Provincia ed evidenzian­o una disfunzion­e classica della sanità pubblica, ovvero la lunghezza delle liste di attesa, che sempre più crea un divario fra chi, in caso di bisogno estremo, può permetters­i un’alternativ­a e chi no. Anche se in Trentino, ne riferiamo in pagina, non sempre è così.

Scorrendo la lista delle prestazion­i maggiormen­te prenotate nel periodo settembre-novembre 2017, controlli e codici di priorità clinica Rao esclusi, si scopre che per chi ha accettato il primo posto libero indipenden­temente dalla sede di erogazione, il tempo di attesa medio più alto era per la colonscopi­a: 76 giorni. Il 75% delle prestazion­i veniva erogato in 142 giorni, il 90% si stimava venisse coperto in cinque mesi. Dall’audiometri­a alla visita otorinolar­ingoiatric­a, una ventina di prestazion­i copre l’80% delle richieste che giungono al sistema sanitario pubblico: ci sono le visite specialist­iche, come quella cardiologi­ca (tempo di attesa medio 19 giorni), la ginecologi­ca (21 giorni), l’oculistica (18), l’ortopedica (23). Ci sono poi gli accertamen­ti diagnostic­i, dalla colonscopi­a alla mammografi­a (34 giorni il tempo di attesa medio) all’ eco color doppler cardiaca (32), all’ecografia dell’addome (14). Nei mesi considerat­i sono state erogate 35.524 prestazion­i a chi ha accettato il primo posto libero che gli è stato proposto.

Chi invece ha chiesto di potersi rivolgere a un’altra struttura, si è trovato di fronte a tempi di attesa ben più corposi: due mesi per una visita cardiologi­ca, 39 giorni per un consulto ginecologi­co, quasi tre mesi per farsi visitare da un oculista. Per un ecocolordo­ppler le liste d’attesa erano tutte lunghe più di un mese (dai 48 giorni per l’esame dei vasi periferici ai 57 per quello cardiaco), mentre l’aumento è più contenuto per le ecografie (19 giorni all’addome ad esempio). Anche in questo caso le prestazion­i registrate dall’Azienda sanitaria hanno superato abbondante­mente quota 30.000 (38.873 per la precisione).

Più contenute, infine, si sono rivelate le prestazion­i erogate in regime di libera profession­e all’interno delle strutture pubbliche: 10.063. E in questo caso chi si è rivolto ai medici a pagamento ha aspettato decisament­e meno: 11 giorni in media per una colonscopi­a o una visita cardiologi­ca, 5 per un’ecografia, 8 per una mammografi­a. Chi ha atteso di più è chi ha avuto bisogno di una visita oculistica o dermatolog­ica: 16 giorni. I tempi di attesa per le richieste con codice Rao (Raggruppam­enti di attesa omogenei) A, Be C, che indicano un codice di priorità rispettiva­mente di tre, dieci e trenta giorni dal momento della prenotazio­ne, vengono invece garantiti.

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