«Ex asilo, pacco bomba». Ma è un falso allarme
Ma è un falso allarme. Telefonata anonima da un cabina di Pergine. Sospetti sugli anarchici
Allarme bomba ieri mattina all’ex asilo di via Manzoni. La città è rimasta bloccata per quasi due ore, al lavoro anche gli artificieri della polizia di Bolzano che hanno controllato tutta l’area, ma non c’era alcun pacco. Si tratta di un falso allarme. Indaga la Digos.
TRENTO «C’è un pacco bomba all’interno del cantiere dell’ex asilo di via Manzoni». La telefonata, anonima, è arrivata alla centrale operativa del centro unico di emergenza 112 verso le 10 del mattino. Poche parole e una notizia che in un periodo storico come questo nessuno può prendere troppo alla leggera. La reazione è stata immediata. È scattato il piano sicurezza e sono state mobilitate tutte le forze dell’ordine. Pochi minuti dopo davanti all’ingresso dell’edificio abbandonato, dove sorgerà la nuova sede dell’Appm (associazione provinciale per i minori), c’erano decine di agenti di polizia, la squadra volante, i colleghi della Digos, carabinieri, la guardia di finanza e la polizia locale. L’area è stata cinturata. Nessuno poteva accedere in via Manzoni, neppure attraverso le piccole stradine laterali. Inevitabili i disagi. Il traffico è stato paralizzato per quasi due ore con code e centro città bloccato. Sono stati momenti di tensione, in attesa dell’arrivo degli artificieri della polizia da Bolzano.
L’edificio abbandonato è murato, è impossibile entrare, è pieno di fango e acqua. Nessuno avrebbe potuto penetrarlo, ma il cortile è accessibile, poi c’è l’escavatore al centro dell’area in attesa di accendere i motori per iniziare la demoli- zione. I lavori sono iniziati nei giorni scorsi. Alle 11 sono arrivati gli artificieri, due poliziotti con le tute di protezione e «Teodor», il robot utilizzato per il disinnesco delle bombe. I cancelli sono stati chiusi in attesa delle verifiche, alle 11.40 si è sciolta la tensione. Non c’era alcun pacco bomba nel cantiere. Non è stato trovato nulla. Verso mezzogiorno è stata riaperta la strada.
Uno scherzo di cattivo gusto? La Digos non esclude neppure questa pista, ma, inutile dirlo, il pensiero non può non andare al 13 maggio del 2015 e allo sgombero dell’ex asilo occupato dal gruppo anarchico insurrezionalista del Trentino. I dissidenti allora avevano occupato l’edificio abbandonato per due mesi, poi, dopo lo sgombero, c’erano stati altri episodi di protesta contro il piano di demolizione dell’edificio. Il fatto che l’allarme bomba sia arrivato proprio a pochi giorni dall’avvio dei lavori è una coincidenza che fa pensare. Poi c’è la ditta, incaricata dell’opera, la stessa che avrebbe dovuto svolgere i lavori per la realizzazione delle nuove caserme di Mattarello. Allora, era dicembre 2009, venne bruciato un escavatore. Un atto doloso dietro al quale, si pensava ci fossero i dissidenti che avevano preso di mira la cittadella militare. La polizia al momento è molto cauta e non si sbilancia. Pare che la telefonata, anonima, sia stata fatta da una cabina telefonica pubblica di Pergine, probabilmente quella che si trova nei pressi della biblioteca, l’unica esistente in zona. L’autore, o gli autori, rischia una denuncia per procurato allarme. Intanto oggi ci sarà una riunione tra Trentino Patrimonio, ente proprietario dell’edificio e la ditta incaricata dei lavori per mettere a punto il piano di demolizione. «I lavori sono già iniziati — spiega il direttore generale Claudio Alì — ora, a fronte di quanto è successo, sarà organizzato un presidio notturno per evitare altre situazioni simili».