Pd, il nodo adesso si chiama Olivi
La collocazione del vicepresidente determinerà le scelte. Donne, avanza Stenico
È il nome del vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi l’incognita del Pd sul fronte delle candidature per le Politiche di marzo. Dalla collocazione dell’assessore — sul collegio di Trento o su quello di Rovereto — dipendono infatti molti degli scenari tratteggiati in questi giorni. Ma a tenere in sospeso è anche la decisione dell’ex governatore Lorenzo Dellai, la cui candidatura in Valsugana farebbe felici anche gli esponenti dem.
TRENTO Gli scenari possibili, ormai, si sono ristretti a due. Massimo tre. Ma in attesa che si sblocchino i tasselli principali del mosaico, «scommettere» sull’una o sull’altra visione risulta rischioso. Almeno per un paio di giorni ancora.
Eppure nel centrosinistra autonomista trentino le proiezioni non si fermano. E in giorni praticamente «morti» dal punto di vista delle decisioni sulle candidature per le Politiche — le prime indicazioni certe dovrebbero arrivare non prima di venerdì — si continua a lavorare «dietro le quinte». Con quotazioni che salgono e che scendono a fasi alterne.
I nodi aperti, nella coalizione, rimangono sempre due. Come qualche giorno fa. Ma i nomi associati a questi nodi, nel frattempo, sono in parte cambiati. Il primo punto di domanda è ormai fisso e riguarda la decisione finale di Lorenzo Dellai (e, di conseguenza, il destino di Vittorio Fravezzi e Tiziano Mellarini). Il secondo, invece, coinvolge ancora il Pd. Ma il nome collegato è diverso. Se infatti fino alla scorsa settimana i dem trentini erano in attesa di aggiornamenti sull’eventuale «trasloco» bolzanino di Michele Nicoletti, a ipotesi ormai tramontata (a meno di grosse sorprese) a tenere in tensione il filo delle candidature democratiche è il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi. La cui collocazione condizionerebbe a ruota tutte le altre.
Olivi, si sa, da tempo ha messo in chiaro di volere per sé il collegio di Trento, nonostante le «spinte» di molti che lo preferirebbero a Rovereto. E il suo puntiglio — anche questo è cosa nota — ha complicato qualche ragionamento, primo fra tutti la volontà (avanzata in primis dalle donne del Pd) di riservare il seggio del capoluogo a una figura femminile. Ora, con Michele Nicoletti tornato nel calcolo trentino (e destinatario di un seggio sicuro, in modo da garantirgli il mantenimento della presidenza dell’assemblea del Consiglio d’Europa), l’incognita è proprio su Trento. Si dovrà capire, in sostanza, se Olivi riuscirà a spuntare il collegio del capoluogo anche con in lizza colui che, nella tornata precedente, proprio lì si era imposto. O se dovrà cedere il passo a Nicoletti. Secondo le ultime indiscrezioni, il vicepresidente avrebbe buone possibilità di spuntarla, anche per la «spinta» di coloro che auspicano un futuro romano dell’assessore sia in vista del primo eventuale rimpasto di giunta di marzo sia nell’ottica delle prossime elezioni provinciali.
Lo schema «numero uno», quindi, vedrebbe Olivi candidato a Trento, Nicoletti a questo punto a Rovereto (seggio sufficientemente blindato) e una donna in Valsugana. Con Eleonora Stenico, consigliera di parità, in pole. Elisa Filippi potrebbe, infine, essere candidata sul listino proporzionale dietro a un big nazionale.
Ma questa è solo l’ipotesi uno. Lo schema «numero due», infatti, rimescola le carte. Almeno in parte. In sostanza, se Olivi alla fine dovesse cedere e dovesse accettare il seggio di Rovereto, su Trento potrebbe essere riproposta la candidatura rosa. Con un possibile passo in avanti di Lucia Maestri rispetto a Maria Chiara Franzoia (le cui quotazioni, secondo molti, sono in discesa). Nicoletti, a questo punto, potrebbe essere scelto per affrontare il difficile territorio della Valsugana. A meno che non si decida di riproporre in quel seggio Giorgio Tonini — le spinte, in questo caso, sono tante — lasciando a Nicoletti magari il posto di capolista sul listino proporzionale.
Ma le ipotesi non sono finite. Rimane infatti un’ultima incognita: quella legata all’eventuale passo indietro di Olivi. Una possibilità che in pochi fanno, ma che potrebbe dare vita a uno schema «numero tre», con Nicoletti a Trento, Tonini in Valsugana e Filippi a Rovereto.
Domani il Pd riunirà il coordinamento e forse chiarirà qualche tassello. E domani dovrebbe essere la giornata anche dell’Upt. Verso cui gli stessi dem guardano con attenzione. L’indicazione dei nomi in casa Unione, infatti, non è indifferente per i destini del Pd. In questo caso, tutto si gioca attorno a tre figure: Mellarini, Fravezzi e soprattutto Dellai. Gli occhi sono puntati sull’ex governatore, combattuto tra la scelta di un collegio in Trentino e la volontà di sostenere l’amico Vittorio Fravezzi. Nell’Upt, però, sembra farsi avanti la linea pro-Mellarini, con più di una sollecitazione a Dellai a rimanere della partita. Una visione che trova il sostegno anche del Pd: la presenza forte di Dellai in Valsugana, infatti, potrebbe trainare anche il candidato dem. Il tutto al netto di un ultimo fattore. Probabilmente determinante: la parola decisiva, a fine settimana, dovrà essere pronunciata dai partiti nazionali.