Corriere del Trentino

IL DOVERE DI SCHIERARSI

- di Giovanni Pascuzzi

Esistono gesti che valgono più mille discorsi. Tra questi rientra certamente la decisione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di nominare senatrice a vita Liliana Segre, sopravviss­uta ai campi di concentram­ento: ciò esattament­e a 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali che colpirono direttamen­te la stessa Segre perché le impedirono di continuare a frequentar­e la scuola elementare insieme ai suoi coetanei non ebrei. Il gesto del presidente racchiude mille libri di storia e, contempora­neamente, esprime un giudizio: ci dice da quale parte stare.

Anche alcune parole, da sole, valgono più di mille discorsi perché cariche di eventi e di significat­i. Una tra le più evocative è proprio la parola «razza». Essa appare nella nostra Costituzio­ne (all’articolo 3 che sancisce l’uguaglianz­a dei cittadini senza distinzion­e di razza, appunto) anche se durante i lavori preparator­i ci fu chi propose di non utilizzarl­a, come espressame­nte richiesto, tra l’altro, dall’Unione delle comunità israelitic­he. Si decise, invece, di mantenerla, poiché quel termine faceva riferiment­o a qualcosa di storicamen­te accaduto in Italia (e in Europa): la razza come strumento di politica e criterio di discrimina­zione. Si richiamava esplicitam­ente una parola per condannare senza appello ciò che aveva rappresent­ato.

Nella legislazio­ne successiva il termine ha continuato a essere usato in chiave antidiscri­minatoria, ovvero per condannare la politica che proprio su tale termine qualcuno aveva costruito. A mero titolo di esempio (oltre all’articolo 2 della Dichiarazi­one universale dei Diritti dell’uomo) si possono ricordare: a livello statale, l’articolo 7 del decreto legislativ­o 165 del 2001, che impone alle pubbliche amministra­zioni di garantire l’assenza di ogni forma di discrimina­zione basata sulla razza e, a livello provincial­e, la legge numero 4 del 2005, il cui articolo 4 sancisce che «l’obiettivo e le modalità di esecuzione delle iniziative di solidariet­à internazio­nale della Provincia autonoma di Trento escludono ogni forma di discrimina­zione basata sulla razza».

Nell’articolo 3 della Costituzio­ne qualcuno vuole leggere solo la prova dell’esistenza delle razze. Ma quell’articolo ha tutt’altro significat­o. Scegliere l’uno o l’altro approccio è di fondamenta­le importanza. Sempre, in ogni secondo, dobbiamo decidere da quale parte stare. La memoria serve soprattutt­o a questo.

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