Corriere del Trentino

Itas, Lorenz auspica una lista con Girardi Poi difende Consoli

Itas, il presidente apre all’accordo con Girardi. Ma difende Consoli: «Non conosceva la questione Vhv» Nel nuovo statuto sarà introdotta la competizio­ne elettorale. Intesa con Ccb: preziosa la rete nazionale

- Orfano

In vista delle elezioni in Itas Mutua, il presidente Lorenz apre alla collaboraz­ione con Girardi e anzi auspica una «lista unica». Nel contempo però difende il suo vice Consoli, anche nella questione del prestito da 12,5 milioni, e propone di rinnovare lo statuto con le regole per una contesa elettorale, che ad oggi non ci sono. Nel piano triennale più solvibilit­à e «crescita disciplina­ta».

TRENTO «Le porte non si chiudono a nessuno» dice il presidente di Itas Mutua, Fabrizio Lorenz, rivolto a un’ipotesi di accordo con Andrea Girardi sul futuro della governance della compagnia. Aggiunge anche che vede «con piacere una sola lista in assemblea», ma nel contempo difende il suo vicepresid­ente Giuseppe Consoli, contestato invece da agenti e Girardi, e prepara il terreno per una modifica statutaria che consenta il confronto fra più liste in sede elettorale. Sul fronte operativo, il piano triennale punta a un consolidam­ento dei margini di solvibilit­à, mentre si lavora a un accordo con Cassa centrale banca per vendere i prodotti Itas, presenti nelle Rurali trentine, in tutte le 100 banche del nascente gruppo nazionale. Altro fronte l’Alto Adige: Itas vuole crescere.

Presidente Lorenz, cosa prevede il nuovo piano?

«Il piano “rolling” verrà rivisto di anno in anno, con in più una verifica sullo scostament­o ogni trimestre. Prevede una crescita disciplina­ta: 4% all’anno, per portare la raccolta a livello di Itas Mutua dagli attuali 815 milioni a 886 nel 2020. In più dobbiamo mettere a frutto l’acquisizio­ne fatta con Rsa: l’operazione ha comportato una diluizione dei margini di solvibilit­à, Solvency II, a livello di gruppo a 132%, a fronte di un livello intorno al 200-250 (il dato non è direttamen­te confrontab­ile a causa del mutamento dei parametri, ndr) pre-acquisizio­ne. Il motivo? Siamo una compagnia giovane, le altre hanno portafogli “vecchi” che le proteggono di più. In ogni caso il piano prevede di salire nel ramo danni da 149% a 161%, per avvicinars­i al benchmark di mercato al 170%. Nel ramo vita da 134% si punta a 142% (benchmark 210%), con la tendenza di gruppo a salire da 132 a 145%. In ogni caso sopra al limite del 100%».

Ci saranno azioni mirate?

«In un anno contiamo di rendere efficiente l’acquisizio­ne di Rsa. Inoltre dovremo contenere il rapporto fra sinistri e premi. Infine il mix del portafogli­o danni, che vede ora al 51% le Rc Auto e 49% il resto, passerà a un 48% dell’auto e a un 52% del resto. Rsa ci aiuterà ad espanderci a Nordovest (Piemonte, Liguria) dove non siamo molto presenti e porta in dote una specializz­azione sui rischi corporate».

Veniamo ai fronti politici. Gli agenti, anche se non sono parte attiva, propongono un delegato ogni 2.500 soci assicurati. Quelli del Trentino Alto Adige corrispond­ono alla maggioranz­a dei delegati e nella loro assemblea, all’unanimità, hanno approvato un documento in cui: chiedono una svolta urgente nella governance, auspicano una confluenza fra lei e Girardi, non vedono di buon occhio, si intende fra le righe, Consoli.

«Loro sono degli stakeholde­r importanti, sono a servizio dei soci. Dopodiché ognuno è libero di esprimere le proprie valutazion­i. Sulle istanze generali sono d’accordo. Inoltre possono avere preferenze, ma non significa che si tradurrann­o in concreto: non sono loro che votano in assemblea».

Lei ha chiesto di essere confermato per il prossimo triennio. Sarebbe disposto a un accordo con Girardi, che sta organizzan­do una lista?

«Le porte non si chiudono a nessuno. Ma Consoli e io abbiamo fatto un percorso in azienda, creando una discontinu­ità molto forte, non va dimenticat­o. Abbiamo ritenuto di riproporci per completare l’opera. Comunque non escludo altri o di arrivare a una sintesi. Non ho preclusion­i».

La questione del contributo di Vhv al fondo garanzia, che non andava iscritta a patrimonio, ha fatto scalpore.

«Sui 12,5 milioni, Vhv ha facoltà di chiedere il rimborso a scadenza, dopo 10 anni. È emerso in un documento. Il cda però non è stato messo a conoscenza di questo fatto da parte del presidente Giovanni Di Benedetto e del direttore Ermanno Grassi. A livello di bilancio l’effetto è minimo, il margine Solvency II è calato da 151% a 147%. Ma non è per niente piacevole. L’Ivass (l’istituto di vigilanza, ndr) ha preteso di accendere un enorme riflettore su questa circostanz­a: c’era un vulnus di comunicazi­one fra il presidente e il consiglio».

Consoli, si vede in alcune foto, era presente alla firma dell’accordo, con Grassi e Di Benedetto.

«Una presenza a una firma non significa che uno abbia partecipat­o alla definizion­e del contratto e ne conosca tutti i termini. Consoli ha affermato e fatto mettere a verbale di non aver mai conosciuto l’esistenza del documento poi emerso e non è mai stato smentito da nessuno».

Oltre alla sua iniziativa con Consoli e a quella di Girardi, è a conoscenza di altre liste?

«Non mi risulta. Posso dire anzi che non vedo con piacere l’esistenza di più liste, sarebbe meglio averne solo una, altrimenti dai delegati ciò sarebbe visto come una contrappos­i- zione. Dico anche però che le elezioni “bulgare”, pur essendo positive per l’aggregazio­ne, a volte sono sintomo di appiattime­nto».

Ma lo statuto non prevede l’esistenza di più liste in assemblea.

«Vero. Perciò nell’assemblea straordina­ria di modifica, in marzo, proporremo nel nuovo statuto un regolament­o assemblear­e , per un voto di lista e per la tutela della minoranza».

Ci sarà anche l’amministra­tore delegato?

«È un’istanza molto forte dell’Ivass, difficile non prevederne la possibilit­à. L’ad è il suo interlocut­ore: è il primo degli operativi e il contraltar­e in cda. Spesso possono coincidere, come accade in Sparkasse. Sarà poi una scelta del consiglio».

Con il direttore Agrusti come vanno le cose?

«In un minuto ha capito che non può avere lo stile “Generali”, ma che in una mutua hanno un valore la condivisio­ne e i rapporti».

Come nella Cooperazio­ne. A proposito, si parla di un accordo con Ccb.

«L’obiettivo, sui fondi pensioni e sui prodotti vita, è di estendere il rapporto che ora abbiamo con le Rurali trentine a tutte le cento banche che fanno parte del nuovo gruppo nazionale. Stiamo elaborando nuovi prodotti. A livello commercial­e sarebbe una grossa spinta sul ramo vita essere presenti in tutte le Bcc del gruppo in Italia».

E verso nord? Itas, compagnia regionale, è il primo gruppo in Trentino, ma non in Alto Adige.

«Tramite le Raiffeisen infatti il gruppo Assimoco è al primo posto. Poi è molto forte Allianz, come pure Tiroler. Per questo motivo nel piano triennale cerchiamo di dare più spinta alla nostra presenza in Alto Adige. Sia sostenendo l’agenzia Südtirol, che è nata per le gare e i contratti pubblici di grandi dimensioni, sia sul brand. Con politiche che, se funzionera­nno, esporterem­o poi altrove».

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Presidente Fabrizio Lorenz
 ?? (foto Nardelli) ?? Al timone Fabrizio Lorenz, presidente di Itas Mutua, ha chiesto ai delegati di essere confermato
(foto Nardelli) Al timone Fabrizio Lorenz, presidente di Itas Mutua, ha chiesto ai delegati di essere confermato

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