L’associazione «Rom stanziali» accusata di truffa
Il responsabile dell’associazione «Rom stanziali del Kosovo del Trentino» è finito a processo per truffa. Nel mirino della Procura ci sono alcuni rimborsi su spese «fantasma».
TRENTO Avrebbe ricevuto i contributi dalla Provincia per il progetto «Romanò Dives» documentando delle spese in realtà mai sostenute.
È l’accusa mossa a Baskim Berisa, il legale rappresentante dell’associazione «Rom stanziali del Kosovo del Trentino onlus», finito a processo per truffa ai danni della Provincia. Secondo l’accusa l’associazione avrebbe documentato una serie di spese finalizzate al progetto di cooperazione e sviluppo che in realtà l’associazione non avrebbe mai fatto. Nel mirino della magistratura ci sono in particolare due spese, una di circa mille euro relativa al 2 aprile 2014 e un’altra relativa al primo giugno del 2015. Secondo la Procura nel primo caso Berisa avrebbe «indotto in errore il Servizio emigrazione e solidarietà internazionale della Provincia» in quanto avrebbe inserito una nota spesa «a firma contraffatta — si evidenzia nel capo di imputazione — di Cosimo Attanasio in realtà mai sostenuta».
Spessa accusa è stata mossa a Berisa per quanto un altro rimborso chiesto dall’associazione sempre per delle spese sostenute, ma che non sarebbe stato erogato in quanto sarebbero scattati i controlli interni della Provincia. Sarebbe stata proprio Piazza Dante a rilevare l’anomalia.
Da qui si è mossa la Procura di Trento e a fine indagini è stato emesso un decreto penale di condanna di circa 15.300 euro a carico di Berisa e una sanzione amministrativa di 5.000 euro a carico dell’associazione, ma la difesa, sostenuta dall’avvocato Francesco Izzia di Trento, si è opposta al decreto penale. Ieri mattina si è aperto il processo davanti al giudice Giuseppe Serao, ma è stato rinviato per l’audizione dei testi.