Aneliti artici boreali per il Südtirol Jazz
Il «boreale» Südtirol Jazz Festival conferma la sua nobile ambizione a fare sempre da pioniere quando si tratta di scandagliare l’Europa del jazz in cerca di talenti. Quest’anno (la trentaseiesima edizione si terrà dal 29 giugno all’8 luglio) l’anelito esplorativo si fa pressoché «artico» e stavolta a farla da padrone saranno Islanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Scandinavia, Finlandia e persino l’Estonia .«Per i nomi è troppo presto — racconta il direttore artistico Klaus Widmann — ma coinvolgeremo musicisti giovani, talentuosi e non necessariamente celebri su un piano internazionale. Manteniamo un profilo orientato alla freschezza europea, principalmente nordeuropea, certo, ma arrivando a rappresentare 16-18 nazioni senza escludere l’Italia presente con due formazioni, 35 in totale».
Qualcuno potrebbe lamentare che non si valorizzano gli artisti locali.
«Nulla di più sbagliato. Abbiamo notevolmente aumentato la presenza dell’Euregio Jazzwerkstatt, un ampio collettivo di musicisti trentini, sudtirolesi e austriaci (ma con dei corrispettivi anche in altri Paesi come in Svizzera) nato da dei piccoli laboratori a Luserna. Quest’anno avranno ben tre appuntamenti tra cui l’apertura del Festival».
Nientemeno.
«Saranno coordinati e condotti dal sassofonista finlandese Pauli Lyytinen e accompagnati da altri ospiti nordeuropei. Non solo. Alla serata di apertura avranno un ruolo anche i ragazzi della Jugend-Bigband guidata dalla sassofonista altoatesina Helga Plankensteiner».
L’edizione avrà un taglio particolare?
«Ci saranno molte contaminazioni, dal pop all’elettronica, ma sempre nel solco della creatività e della sperimentazione.»
Qualcosa di estremo?
«Uno dei progetti prevede qualcosa come sette o otto batteristi». Info: www.suedtiroljazzfestival.com.