Corriere del Trentino

Graduatori­e scuola, rinvio del Consiglio di Stato Non passano le proposte di Apran sul contratto

- Andrea Bontempo

TRENTO Attesa delusa per i docenti trentini della scuola primaria diplomati magistrali ante 2001/2002, a rischio esclusione dalle graduatori­e.

È stata difatti rinviata a data da destinarsi la sentenza della VI sezione del Consiglio di Stato che avrebbe dovuto essere emanata ieri (vedi Corriere del Trentino di ieri) per il ricorso patrocinat­o da Delsa.

«Senza sbilanciar­si troppo —spiega Mauro Pericolo (Delsa) — potremmo interpreta­re molto positivame­nte tale rinvio: il Consiglio ha difatti deciso di prendersi più tempo per analizzare a fondo la questione trentina e potersi così pronunciar­e in seguito nel modo più corretto possibile. La nostra è una vicenda— continua Pericolo — che necessita di valutazion­i e ricostruzi­oni autonome rispetto a quanto già stabilito nell’adunanza plenaria del 20 dicembre scorso, la cui ricostruzi­one tecnica sostiene anzi le nostre ragioni. Questo lascia ben sperare nella conclusion­e positiva della vicenda giudiziari­a; auspichiam­o che nel frattempo l’amministra­zione proponga soluzioni adeguate».

Nel frattempo ieri si è svolta anche la prima delle tre riunioni tra le sigle sindacali riunite e l’Apran per il rinnovo del contratto provincial­e, conclusasi senza alcun accordo.

«La proposta di Apran è irricevibi­le» spiega Isaia Iorfida (Gilda Scuola). «È un’odissea» commenta Di Fiore (Uil Scuola): «L’amministra­zione ha presentato una bozza di proposta che riprende integralme­nte quanto rigettammo nell’estate del 2014, riuscendo persino a peggiorare il testo vigente».

Il tasto più dolente è l’orario di lavoro dei docenti, che non si limita ovviamente alle sole lezioni frontali ma comprende svariate attività dovute ogni settimana. «La Provincia —commenta Di Fiore— chiede tutto ciò ai docenti senza una congrua programmaz­ione, con insegnanti sempre disponibil­i a modifiche talora giornalier­e del proprio orario di lavoro». L’appuntamen­to per ridiscuter­e il tutto è quindi rimandato ai prossimi incontri del cinque e del sette febbraio, «per chiudere un accordo contrattua­le che il personale docente aspetta da un decennio».

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