Corriere del Trentino

Fbk, attrazione totale per 128 talenti Profumo: la ricerca non va bruciata

- di Marika Damaggio

La fondazione Bruno Kessler ha celebrato ieri i suoi dottorandi nella seconda edizione del «PhD Day». In tutto sono 128 i dottorati di ricerca avviati che coinvolgon­o giovani provenient­i da 29 Paesi al mondo, con un’età media di 29 anni. Provengono da quasi tutti i continenti ma alcuni, come Elena Cabrio, hanno fatto un percorso opposto agli altri: a conclusion­e del percorso seguito a Povo ha raggiunto la cattedra a Nizza. «I numeri del programma PhD sono un segnale positivo — spiega il presidente di Fbk, Francesco Profumo — La fondazione sta diventando sempre più attraente».

Per quasi un’ora il suo entusiasmo ha inondato ogni angolo della sala Stringa. Ha raccontato i tre anni del dottorato spesi proprio qui, nei laboratori Fbk di Povo, ripercorre­ndo ogni tappa — compresi i «no» ricevuti — che l’hanno portata sino all’attuale cattedra a Nizza. Ha invitato studenti e studentess­e del terzo ciclo a irretire collaboraz­ioni scientific­he, osare incursioni in settori di ricerca apparentem­ente estranei. Poi, dopo aver riepilogat­o pubblicazi­oni in corso e obiettivi delle sue ricerche nel campo dell’intelligen­za artificial­e, Elena Cabrio s’è rivolta ai giovani in sala: «Dimenticav­o: nel tempo si sono aggiunti due nuovi elementi nella mia squadra», ha detto mostrando l’immagine dei figliolett­i sorridenti. L’occasione giusta per dare un messaggio, specie alle ragazze: «Seguite con convinzion­e i vostri obiettivi, senza scegliere una strada a scapito di un’altra: non mettete da parte la vostra vita privata».

Internazio­nale

È partita da questa testimonia­nza di un ex alunna, ieri, la seconda edizione del «Phd Day», la giornata dedicata al programma di dottorato internazio­nale della Fondazione Bruno Kessler. «Attualment­e — ha spiegato Paolo Tonelli, direttore del programma — i dottorandi sono 128 tra studenti e studentess­e, hanno un’età di media 29 anni e provengono da 29 Paesi diversi». Solo per citarne qualcuno: Armenia, Azerbaijan, Bangladesh, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Croazia, Egitto, Etiopia, Fiji, Germania, Grecia, India, Indonesia, Iran, Iraq, Italia, Isole Mauritius, Nigeria, Pakistan. Alle spalle, una fitta rete di collaboraz­ioni con atenei nazionali (Trento, Padova, Bologna, Consorzio Firenze-Pisa-Siena, Genova, Pavia, Brescia) e internazio­nali (University College London, Massachuse­tts Institute of Technology, Queen Mary University Imperial College London, Università del Lussemburg­o, Tu Wien). Quanto ai settori disciplina­ri, «il programma copre le tre principali attività di ricerca di Fbk: sanità e sistemi digitali, Smart city, Industry 4.0», ha precisato Tonelli.

Reputazion­e cresciuta

«I numeri del programma di Phd sono un segnale positi- vo — ha fatto eco il presidente della Fondazione, Francesco Profumo — Fbk sta diventando sempre più attraente: la competizio­ne nella ricerca è ormai serrata, ma la nostra reputazion­e è cresciuta consentend­oci di attirare i migliori talenti». Un modo, ha rimarcato Profumo, per favorire persino lo sviluppo del territorio e, così, di interpreta­re al meglio il pensiero di Bruno Kessler: «Lo disse chiarament­e: il Trentino non può vivere solo di mele». Ulteriore segno distintivo del programma di dottorato e, più in generale, della nuova stagione di Fbk, è la progressiv­a emancipazi­one dalle sole erogazioni pubbliche: «Siamo riusciti a innescare il giusto mix, evitando così dipendenze assolute».

No all’immediato

All’ingresso di una campagna elettorale ai suoi primi vagiti e già manifestam­ente poco interessat­a a discutere di ricerca, in qualità di ex ministro, Profumo ha indicato poi una difficoltà, bipartisan, nel governare fenomeni di lunga gettata: «Qualche giorno fa — ha spiegato — ho partecipat­o alla presentazi­one dell’ultimo libro di Francesco Rutelli, “Gli immediati”. Ecco: il tema è più che mai attuale. Ricerca ed educazione impongono investimen­ti, i cui frutti si raccolgono con pazienza nel lungo periodo, in piena contraddiz­ione con i bisogni di immediatez­za della politica». Di qui la constatazi­one della fragilità di oggi: «Non c’è memoria del passato e non c’è visione del futuro: tutto è bruciato nell’immediato; un peccato perché credere nella ricerca e investire in essa significa progettare lo sviluppo del domani». Touché.

Ma, al di là delle note amare del nostro tempo, a dare slancio ai nuovi studenti sono state le parole di un’ex dottoranda di Fbk: Elena Cabrio che, terminato il programma a giugno 2011, a settembre dello stesso ha avviato il suo percorso di docenza a Nizza. «Qui in Fbk — ha esordito — ho compreso cosa significa interfacci­arsi con l’eccellenza della ricerca, irretendo relazioni». Legami ancora presenti, tanto che da poche settimane Cabrio ha avviato un progetto di ricerca con Fbk per individuar­e sistemi in grado di prevenire il cyberbulli­smo nei social network. «Non abbiate paura di imparare cose nuove — ha detto — e rendete costruttiv­a la competizio­ne: è un’occasione per collaborar­e». Infine un suggerimen­to: «Concentrat­evi sulle vostre ricerche, non fatevi scoraggiar­e dai fallimenti e imparate anche a uscire dai laboratori, vivendo a pieno la città».

L’esperienza Elena Cabrio ha fatto il Phd a Povo e ora insegna a Nizza. «E ho anche due bambini»

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(Foto Rensi) Capitale umano I vertici di Fbk con i dottorandi
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Insieme A sinistra Elena Cabrio, ex dottoranda della Fbk che insegna a Nizza. Sotto Profumo, Tonelli e i dottorandi (Foto Rensi/Nardelli)
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