Corriere del Trentino

LA PRIVACY SVENDUTA

- di Nicola Lugaresi

L’installazi­one di nuove telecamere nel Comune di Trento ha riacceso il dibattito relativo all’equilibrio tra privacy e sicurezza. Sugli interessi in gioco e sui pericoli dei sistemi diffusi di videosorve­glianza, Paolo Guarda, intervista­to ieri dal Corriere

del Trentino, si è prodotto in un’analisi molto precisa, proponendo una piccola provocazio­ne: ha contrappos­to garanzie e trasparenz­a di un sistema di controllo gestito dal Comune, con altri meccanismi pesantemen­te invasivi della nostra vita, operanti attraverso smartphone e internet. In un simile scenario sensibilit­à e consapevol­ezza dei cittadini-utenti sono sostanzial­mente minori.

C’è un altro aspetto su cui si può riflettere. I sistemi di videosorve­glianza, pur lasciando aperti ampi fronti di discussion­e in merito a efficacia e possibili abusi, sacrifican­o la riservatez­za individual­e per una sicurezza collettiva. L’uso di app, social network, motori di ricerca e altri strumenti che troviamo sul web può depotenzia­re entrambi. Un recente caso, sollevato dal New York Times, ha riguardato una app di fitness che, ottenuto un (distratto?) consenso dagli utilizzato­ri, in tempo reale mostrava mappe della loro posizione. Consideran­do che molti militari fruiscono di quella app e collegando quei dati con altri ricavabili dai social network, gli analisti hanno rilevato il pericolo di una possibile localizzaz­ione di basi (anche segrete) e movimenti dell’esercito. Incrociand­o altre informazio­ni reperibili in Rete, è inoltre possibile identifica­re e individuar­e i singoli soldati anche una volta tornati a casa.

Qualcosa di più comune? I furti avvenuti in assenza dei proprietar­i; un’assenza accertata attraverso dettagliat­e informazio­ni «postate» dagli stessi padroni di casa, magari con foto da luoghi sperduti. In questo caso si può dire che la privacy, e la rinuncia a essa, è una «scelta» individual­e, di cui ci si assumono i rischi: il problema è la mancata consapevol­ezza di ciò che si accetta e dei possibili effetti. Nell’altro caso, invece, si apre una diversa frontiera, consideran­do le conseguenz­e collettive.

La rinuncia alla propria privacy comporta un minor livello di sicurezza non solo individual­e ma anche sociale. È giusto pertanto preoccupar­si di possibili invasioni pubbliche della sfera personale,senza dimenticar­si però di quelle — quotidiane — più profonde e continue, effettuate da soggetti privati. Per i quali, in fondo, i prodotti siamo noi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy