Corriere del Trentino

Progetto Limadou, team trentino protagonis­ta

Lanciata la missione spaziale cinese. Il satellite Cses studierà i terremoti

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TRENTO C’è un po’ di ricerca e di tecnologia del Trentino nel satellite cinese che spia i terremoti lanciato in orbita ieri alle ore 8.51 (ora italiana) dalla base cinese nel deserto del Gobi in Mongolia. Responsabi­le dell’analisi dei dati di Hepd, il rivelatore di particelle a bordo del satellite, sarà infatti un team di ricerca dell’InfnTifpa (Trento Institute for Fundamenta­ls Physics Applicatio­ns), il centro scientific­o e tecnologic­o sviluppato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare con l’Università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e l’Azienda provincial­e per i servizi sanitari. Nel rivelatore sono presenti i sensori di silicio sviluppati e realizzati nei laboratori di microtecno­logia di Fbk.

«La piattaform­a — spiega Roberto Iuppa, ricercator­e del dipartimen­to di fisica dell’Università di Trento e membro di Infn-Tifpa — orbiterà attorno alla Terra a un’altezza media di 500 chilometri, facendo un giro ogni 90 minuti circa. Hepd acquisirà una grande mole di dati, misurando la quantità di elettroni e protoni di bassa energia nella ionosfera. Questo senza interruzio­ni, per tutta la durata del programma Limadou».

La missione Cses, che vede l’Italia partner di primo piamo con Limadou e Hepd, studierà i fenomeni geofisici quali i terremoti e le eruzioni vulcaniche. L’obiettivo è individuar­e correlazio­ni spaziotemp­orali tra le variazioni di parametri fisici osservabil­i dallo spazio e l’avvento di terremoti di grande intensità, ma anche si studiare i meccanismi che sono alla base di queste correlazio­ni.

«L’approccio di Limadou — aggiunge Iuppa — è nuovo: gli apparati impiegati finora si limitavano a contare le particelle, mancando di un tracciator­e di precisione come quello di Hepd. Con questo strumento si può misurare la direzione di provenienz­a della particella e ricostruir­ne la traiettori­a. Sarà quindi possibile per la prima volta stabilire con precisione dove e quanto tempo prima dell’osservazio­ne sia stata generata». Un progetto rivoluzion­ario. Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, parla di grande emozione «per aver assistito a un lancio perfetto. Siamo tutti in attesa di attivare il satellite, verificare lo stato di funzioname­nto degli strumenti e iniziare le procedure di calibrazio­ni che permettera­nno nei prossimi mesi di raggiunger­e la piena operativit­à». E aggiunge: «La collaboraz­ione spaziale tra Italia e Cinaè sempre più importante in diversi ambiti, come già dimostrato dall’accordo firmato un anno fa a Pechino per lo studio delle missione di lunga durata degli astronauti».

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Nello spazio Il lancio del satellite Cses dal centro spaziale cinese in Mongolia

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