Corriere del Trentino

I debuttanti delle urne «Più garanzie»

La voce di chi voterà per la prima volta. «Candidati troppo vecchi». «Colpa anche nostra: poca disponibil­ità»

- Margherita Montanari

Ma cosa pensano i giovani che il 4 marzo andranno a votare per la prima volta? Oggi raccontiam­o paure e aspirazion­i. I partiti sono poco attrattivi e la classe politica è vecchia. Ma c’è anche un’autocritic­a: per cambiare dobbiamo metterci in gioco.

Alla loro responsabi­lità si è appellato il presidente della Repubblica nel discorso di fine anno. I giovani chiamati per la prima volta al voto il 4 marzo hanno profili politici diversi, più o meno delineati, e differenti opinioni riguardo al rapporto che li lega alla gestione della cosa pubblica. C’è chi crede i propri coetanei consapevol­i dell’importanza della politica e chi, invece, è convinto che siano «poco disposti ad impegnarsi nella vita politica del paese». A mancare è l’attivismo, soprattutt­o entro le formule tradiziona­li: il partito non è più in grado di reclutare i giovani perché gli stessi ragazzi non lo credono il locus in cui maturare ed esprimere una visione politica («Sono spazi senza attrattiva»). E ancora: contribuis­ce ad allontanar­e i giovani dalla politica una classe dirigente che «non sembra in grado di dare garanzie ai giovani». Una conclusion­e alla quale i neo-diciottenn­i sono giunti osservando la mancanza di un ricambio generazion­ale all’interno della rappresent­anza. Di riflesso a questo invecchiam­ento, nell’immaginari­o giovanile si fa spazio l’idea che ci si possa impegnare in politica soltanto «una volta diventati adulti e con un lavoro stabile».

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