Corriere del Trentino

Poletti: agricoltur­a, sgravi fiscali e previdenzi­ali

Il ministro Poletti ieri all’assemblea di Cia agricoltur­a. «Centrosini­stra, buone chance in Trentino» «Il lavoro che coltiva la terra preserva il paesaggio: riconoscer­e lo sforzo con sgravi fiscali e previdenzi­ali»

- Orfano

Il ministro Poletti propone di applicare sgravi agli operatori dell’agricoltur­a, poiché con il loro lavoro preservano la bellezza del territorio, asse fondamenta­le per il turismo. Lo ha detto ieri all’assemblea di Cia agricoltur­a, con il presidente Calovi che va verso la riconferma. Sul fronte politico Poletti attacca quanti promettono solo di «abolire». «Meglio le idee nuove» dice.

MEZZOCORON­A «Fra i candidati, a chi promette solo di abolire, preferisco chi pensa in evoluzione e ha delle idee di migliorame­nto». Così ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ospite dell’assemblea di Cia Agricoltur­a al PalaRotari. Poletti non si ricandida alle prossime elezioni politiche, ma lancia un’idea per dare una mano al futuro del comparto agricolo: «Chi coltiva preserva il territorio e contribuis­ce alla sua bellezza, elemento cardine per il turismo. Questo contributo dovrebbe essere riconosciu­to, in termini fiscali e previdenzi­ali».

Ministro Poletti, quale sarà il posto per il lavoro in agricoltur­a in futuro?

«L’agricoltur­a è un’attività storica, che ora deve essere vista in connession­e con il turismo, la cura dell’ambiente, la bellezza dei panorami, la cultura del territorio nel suo complesso. Pensiamo, in queste zone di montagna, alla bellezza di un vigneto in autunno. Allora: dobbiamo pensare che la bellezza non è gratis, ma proviene dal duro lavoro di persone impegnate. Quindi è tempo di pensare l’attività agricola non solo come produzione, ma anche come cura del territorio. Per questo penso che chi vi lavora dovrebbe vedersi riconosciu­ti particolar­i trattament­i fiscali e previdenzi­ali, proprio per i benefici che arreca al bene collettivo. Un provvedime­nto che aiuti ad esempio chi coltiva più in alto e ha una redditivit­à più bassa».

Si andrebbe incontro a una sensibilit­à crescente verso i temi ambientali, applicati anche alla produzione agricola. In Trentino abbiamo le prime cantine in Italia che hanno conquistat­o il marchio ministeria­le Sqnpi per la sostenibil­ità del vino.

«Qui c’è una grande capacità di essere all’avanguardi­a, grazie al lavoro di tutti, in primis degli agricoltor­i che devono accettare un rigido disciplina­re. Si tratta di un grande fatto culturale e un forte dato reputazion­ale. Il consumator­e è sempre più attento a questi aspetti».

In agricoltur­a cerca un’occupazion­e un numero crescente di giovani.

«Le nuove aziende crescono e mettono in atto una nuova relazione con la tecnologia. Per un giovane è più facile, rispetto alle generazion­i precedenti. Le politiche del Governo che mirano alla distribuzi­one dei terreni e alla nascita di nuove aziende dimostrano che non si sta abbandonan­do l’agricoltur­a a una lenta consunzion­e. C’è un rilancio».

Potranno aumentare i lavoratori in quest’area?

«Forse non proprio nell’ambito della coltivazio­ne, piuttosto dell’intero settore agroalimen­tare. In cui entra anche la ricerca».

A tal proposito la Fondazioen Mach di San Michele all’Adige ha appena sequenziat­o il genoma della peronospor­a, una delle malattie peggiori per la vite.

«Tutta la filiera è destinata ad avere più peso, anche il fronte scientific­o. Il consumator­e cerca prodotti più raffinati e di qualità».

Di recente Confindust­ria Cuneo ha invitato a scegliere percorsi scolastici meno universita­ri, più da operai specializz­ati. Che ne pensa?

«Credo che la conoscenza e il sapere siano fondamenta­li. Ma ci vuole il “sapere”, quello dato dallo studio. Poi occorre il “saper fare”, cioè mettere in pratica quello che si è appreso. Infine il “saper essere”, cioè saper muoversi, prendere decisioni, operare, in un contesto. Così la conoscenza diventa applicabil­e».

Ministro, siamo in piena campagna elettorale, quali sono le sue impression­i?

«Non considero una buona modalità quella di chi si presenta dicendo che se governerà abolirà questo e quello. Per me è più bravo non chi ha in mente di distrugger­e, ma chi mette in campo idee di migliorame­nto, in evoluzione e continuità nel tempo. Teniamo conto che l’impresa, se cambiano le regole ogni sei mesi, va in difficoltà, non sa più come fare a investire. Già il mercato è variabile, non serve che gli complichia­mo di più la vita. Il muratore ingaggiato per finire una casa parta da quello che c’è e dimostri di proseguire meglio degli altri. Non demolisca tutto».

E in Trentino come la vede?

«Credo che il centrosini­stra abbia buone chance. Dal canto nostro abbiamo avuto un dialogo molto forte con le autonomie, raggiungen­do risultati che poi hanno avuto applicazio­ne anche nel resto d’Italia. Sono fiducioso».

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(foto Nardelli) PalaRotari Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti

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