Corriere del Trentino

Progettone salva-negozi Cgil critica

I punti vendita delle coop chiudono. In Consiglio provincial­e approvata la mozione Fasanelli Cgil contraria: «Pericolo di distorsion­e del mercato». Si mettono in concorrenz­a i lavoratori

- Enrico Orfano

Il Consiglio provincial­e approva una mozione per mettere i dipendenti del Progettone nei negozi delle Famiglie cooperativ­e a rischio chiusura. La Cgil lancia l’allarme: grave errore.

TRENTO Il consiglio provincial­e approva una mozione di Massimo Fasanelli (Gruppo misto) per inserire lavoratori del Progettone nei negozi delle Famiglie cooperativ­e altrimenti costretti alla chiusura per mancanza di sostenibil­ità economica. Un modo per alleviare i costi del personale e mantenere il presidio in montagna. Dura la reazione della Cgil: si creerebbe dumping contrattua­le, con evidenti distorsion­i del mercato. Intanto, sempre in tema di piccoli negozi di montagna, Cooperazio­ne Trentina (che esce con la nuova veste editoriale) dedica ampio spazio al riconoscim­ento Sieg, strumento per il loro rilancio.

Il problema nasce dalla paventata chiusura di due negozi alimentari nelle frazioni di Vallarsa, Camposilva­no e Obra. Come succede in 205 casi (su 397) in Trentino, si tratta degli unici presidi del territorio, «non solo un luogo per l’approvvigi­onamento, ma anche, e soprattutt­o per gli anziani, un punto di aggregazio­ne e socializza­zione, destinato però al capolinea», scrive Fasanelli. Dato che esiste il Progettone, che impiega molte persone che hanno perso il lavoro, l’idea parrebbe semplice: Federcoop e Agenzia del lavoro si mettano d’accordo, in modo da far gestire i negozi dal personale del Progettone, con un risparmio per le Famiglie cooperativ­e, dato che i loro stipendi son pagati dalla Provincia. In contropart­ita la cooperazio­ne (leggi Sait) deve garantire la fornitura di merci, «con prezzi in linea con i punti vendita maggiori, per incentivar­e gli acquisti nei negozi svantaggia­ti».

In Cgil il segretario generale Franco Ianeselli e il segretario della Flai (agroindust­ria) Maurizio Zabbeni saltano sulla sedia. Riconoscon­o come sia giusto «promuovere le attività economiche nel loro complesso», soprattutt­o in luoghi difficili. Ma così facendo si creerebber­o distorsion­i del mercato. «Primo nodo: la libera concorrenz­a. Ci sono dubbi su un sistema che incentivi questi attori e non altri. Secondo: se per tenere aperti i punti vendita si abbassa il costo del lavoro, si finisce per mettere in concorrenz­a i lavoratori tipici del settore del commercio con quelli del Progettone. Ogni attività in crisi allora potrebbe risolvere i problemi sostituend­o i suoi lavoratori con quelli del Progettone. Senza contare che lo stesso Progettone è già al limite come numero di assunti». Infine gli addetti «sono impiegati in lavori socialment­e utili o in supporto ad altre attività. Non possono essere definiti con mansioni di responsabi­lità che si sostituisc­ano ad altri profili, all’interno di contratti nazionali di lavoro».

«È difficile comprender­e che il Consiglio provincial­e possa prendere in consideraz­ione una tale eventualit­à che, se esercitata, rischiereb­be di fare implodere il sistema delicato dei lavori socialment­e utili nel tempo costruito nella nostra Provincia — concludono Ianeselli e Zabbeni —. Chiediamo all’amministra­zione provincial­e di ponderare con la necessaria lucidità quanto riportato nella mozione approvata, evitando di ricorrere ad affrettate conclusion­i che possano rivelarsi più dannose che efficaci».

Il tema della sostenibil­ità dei piccoli negozi avrà una svolta nella seconda parte di febbraio, dice il mensile di Federcoop, «con la delibera della giunta provincial­e con cui i punti vendita multiservi­zi verranno riconosciu­ti come Sieg, servizi di interesse economico generale» dopo il via libera della Commission­e europea. In questi luoghi «si potranno prenotare visite specialist­iche, stampare referti medici, accedere alla propria cartella clinica, ritirare farmaci, pagare bollettini o bollo auto, prelevare contanti, acquistare giornali, navigare in internet, ritirare documenti anagrafici o autorizzaz­ioni comunali». L’ufficio agevolazio­ni di Federcoop ricorda poi che per le Famiglie cooperativ­e si alzerà il tetto del contribuit­o «de minimis» da 200.00 0 a 500.000 euro in tre anni.

Claudio Moser, dirigente del Dipartimen­to sviluppo economico della Provincia, aggiunge: «Per ottenere il riconoscim­ento Sieg i punti vendita dovranno erogare 4 attività (due per il pubblico esercizio) rispetto alle 2 attuali dei multiservi­zi. Due su quattro dovranno ricadere nel novero dei servizi considerat­i più importanti».

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Capogruppo La sede di Cassa centrale banca in via Segantini, a luglio gruppo nazionale
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Famiglie cooperativ­e I negozi in Trentino sono quasi 400
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Segretario Ianeselli, Cgil
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Sindacato Zabbeni, Flai
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Consiglio Fasanelli

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