Corriere del Trentino

«L’europeismo è un tema cruciale Scissioni e alleanze forzate sono fonti di spaesament­o»

- Mar. Mo.

TRENTO Petra Zatelli è nata nel 2000. È diventata maggiorenn­e a gennaio. Sta facendo il quarto anno di liceo linguistic­o all’estero, a Regensburg, in Germania.

Pensi che i partiti abbiano ancora l’attenzione dei tuoi coetanei, oppure la disaffezio­ne di cui spesso si parla si manifesta proprio in una presa di distanza dal sistema partitico tipico della democrazia rappresent­ativa?

«Conosco pochi ragazzi che fanno parte della sezione giovanile di un partito, o che ne sposano le posizioni. Molti giovani preferisco­no esprimere il proprio parere politico senza che venga classifica­to come di questo o di quel partito. Inoltre, le identità dei partiti sono sempre meno a fuoco: con tutte le scissioni — a mio parere impoverent­i — e le intese forzate di cui sono protagonis­ti i partiti, i giovani non sono incentivat­i ad avvicinarv­isi e a farne parte attivament­e. Anzi, sono spaesati dal costante cambiament­o del panorama».

Partiti a parte, la politica riesce ad imporsi come un valore per cui spendersi?

«Naturalmen­te c’è chi proprio non si interessa della gestione della cosa pubblica, ma non credo sia giusto generalizz­are. Quello che ho notato nel corso del mio impegno da rappresent­ante della Consulta provincial­e è che il dibattito e la voglia di fare nasce quando si parla, piuttosto che della politica in generale o di chi fa politica, delle politiche che hanno effetto sulla nostra generazion­e. Per esempio, il confronto su pro e contro della riforma Buona scuola ha interessat­o gli studenti delle scuole superiori».

Verso quali partiti sei maggiormen­te orientata?

«Mi rispecchio nelle battaglie del centrosini­stra. Tuttavia, non essendo convinta sostenitri­ce di un partito in particolar­e, non parto prevenuta. La mia idea è quella di valutare ogni programma. Di una cosa sono certa: sono europeista e ritengo impoverent­e per l’Italia lo scenario di un passo da parte rispetto all’Europa».

Il tuo sarà un voto, il 4 marzo, di fiducia o di sfiducia?

«Credo molto nella politica, quindi voglio sperare che, una volta terminata la campagna elettorale e letti con attenzione i programmi, il mio possa essere un voto convinto e di fiducia. Ma non è inverosimi­le che mi trovi costretta a votare contro qualcuno. Escludo l’astensioni­smo e la scheda bianca».

Traino I temi generazion­ali piacciono ai giovani

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In Germania Petra Zatelli

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