«La scuola non stimola la critica Però i ragazzi d’oggi sono seduti Così è difficile il cambiamento»
TRENTO Mario Pizzini è nato nell’ultimo anno del secolo scorso. È rappresentante di classe e presidente della consulta del liceo scientifico Da Vinci.
Da quanto hai potuto osservare, qual è l’iter che seguono le nuove generazioni per formarsi una propria visione politica, e diventare cittadini consapevoli?
«A scuola di attualità non si parla e di politica tantomeno, quindi è un ambiente che aiuta poco a comprendere il mondo che ci circonda e a sviluppare un pensiero critico a riguardo. Per non parlare dei partiti politici, spazi che non hanno più attrattiva agli occhi della mia generazione. In più, nell’era digitale, con tutti gli strumenti e i canali d’informazione a disposizione, si pensa di avere tutta la conoscenza a portata di mano, si cerca meno il confronto. Anche a causa di questa chiusura in se stessi non c’è partecipazione attiva».
Tu quale strada hai seguito?
«Credo di avere una visione politica un po’ influenzata dalla mia famiglia. È in casa, o al massimo con la mia stretta cerchia di amici, che discuto di certe tematiche».
Perché i giovani sono così lontani dalla politica attiva?
«Siamo nati in un mondo che ci offre tutto e ci dà l’impressione di aver accesso a tutto. Questo ci porta ad accomodarci, a non cercare di meglio. A non porci nemmeno il dubbio che, un giorno, ci possa essere tolto quello che abbiamo. Trovare un modo per abbandonare questa mentalità disinteressata è necessario, perché altrimenti il cambiamento non partirà mai da noi giovani».
Come pensi che si tradurrà in voto questa apatia?
«Credo che molti dei miei coetanei, per la prima volta al voto, voteranno di stomaco. Non sceglieranno a seguito di una selezione ragionata.Lo faranno perché quella forza politica sarà stata in grado di fare promesse allettanti. Ma non serve fare promesse in campagna elettorale, se poi i programmi non vengono rispettati».
Colgo una critica nei confronti della classe dirigente, o sbaglio?
«Fiducia ne ho poca. Sento molto distante la classe politica; non mi sembra sufficientemente preparata, o in grado di dare garanzie, o di rappresentare le istanze di noi giovani. Alle elezioni politiche voterò il meno peggio».
Élite La classe dirigente non mi sembra preparata