Corriere del Trentino

«Io da sempre liberale La Lega? Su migranti e sicurezza ha ragione»

- Tristano Scarpetta

TRENTO Protagonis­ta del più notevole cambio di fronte di queste elezioni, Donatella Conzatti si propone come senatrice a Rovereto per Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.

Un’improvvisa illuminazi­one?

«No, aderii a Scelta Civica per portare avanti i valori popolari, ma anche liberali. Nel 2014 ho vinto il congresso dell’Upt con una tesi in linea con queste mie convinzion­i e che prevedeva l’apertura al civismo trentino. Un’apertura confermata nella sua tesi congressua­le anche da Mellarini e, se non vogliamo nascondere l’evidenza, sappiamo tutti dove è orientato il civismo trentino. Accordi interni antidemocr­atici tra Lorenzo Dellai e Tiziano Mellarini hanno reso impossibil­e attuare anche il programma dello stesso Mellarini, fino all’accordo con il Pd, solo parzialmen­te smentito dalla nascita di Civica Popolare».

Lei era presente come protagonis­ta al battesimo nazionale di questo nuovo soggetto, che vede nelle proprie fila diversi esponenti provenient­i dal centrodest­ra, in primis la sua stessa leader, Beatrice Lorenzin. Nemmeno qui si è sentita a casa?

«No, perché è nata una lista e non un’area politica. Una lista che ha dovuto scegliere se stare con il centrodest­ra, o con il centrosini­stra e ha scelto quest’ultimo, il Pd».

Eppure lei è stata per due anni segretaria di un partito, l’Upt, da sempre alleato con il Pd, figlio di un altro partito, la Margherita, da sempre alleata con i Ds.

«Come segretaria dell’Upt, ho cercato di rafforzare l’area popolare e farla tornare il baricentro della coalizione. Inoltre, allora era il Pd di Letta, oggi è un’altra cosa».

Oggi è la candidata anche della lega Nord. Come coniuga i valori del popolarism­o con quelli del leghismo? Non le riesce difficile?

«No. Credo che sui due principali temi cari alla Lega, la sicurezza e un’immigrazio­ne fuori controllo, il Carroccio sia un partito molto popolare. Sulle libertà personali ho le mie convinzion­i, ma non inconcilia­bili».

Della Lega condivide anche l’antieurope­ismo?

«Mi pare che, dopo la Brexit, la Lega abbia in parte rivisto le proprie tesi sull’Europa».

Una sfumatura non facile da cogliere. Nel centrosini­stra, lei si è battuta perché le donne avessero più spazio. L’Upt, come è noto, non è stata in grado di indicare una sola candidata donna, né ne ha nel suo gruppo consiliare. Ritiene che il centrodest­ra italiano offra maggiori garanzie in termini di diritti delle donne?

«Non lo so, io giudico i fatti e dico che il centrodest­ra ha garantito uno spazio paritario alle donne. In questi anni di dichiarazi­oni ne ho sentite molte, di fatti ne ho visti pochi».

Quali sono le istanze del suo collegio che tutelerà, se eletta, a Roma?

«Voglio occuparmi dello sviluppo economico e turistico di questo territorio nella convinzion­e che non si possa parlare di lavoro senza porre le precondizi­oni perché i posti di lavoro possano generarsi».

Quali altri valori o progetti si sente di poter rappresent­are?

«L’innovazion­e, ma non quella predicata nel partito da cui provengo. Quella vera che si traduce in fatti e non in una serie di enunciazio­ni».

Donne In questi anni di dichiarazi­oni ne ho sentite tante, di fatti ne ho visti pochi

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