Valentinotti (Fenalt) «Le gestioni associate hanno penalizzato i tecnici comunali»
TRENTO Nella giungla delle leggi urbanistiche (nonostante la riforma Daldoss), se da una parte ci sono i professionisti che chiedono sburocratizzazione e procedure più snelle, dall’altra ci sono tecnici spaesati, spesso senza un’adeguata formazione d’aggiornamento. A chiedere che la situazione migliori sono quindi gli stessi tecnici comunali che su piani regolatori e tempistiche di concessione dei permessi edilizi spesso sono costretti ad alzare le mani in segno di resa.
«Il settore dell’urbanistica è in continua mutazione — dice Maurizio Valentinotti, segretario della Fenalt (il sindacato autonomo dei dipendenti della Provincia e degli Enti locali del Trentino) —– e lavorare con la maggior parte degli uffici sguarniti di personale non aiuta il disbrigo di documenti e pratiche. Le cose dovrebbero migliorare con lo sblocco del turn over e il via libera concesso ai Comuni per l’assunzione del personale, ma quello che manca alla base è una puntuale e programmatica organizzazione».
Secondo Valentinotti a penalizzare il lavoro dei tecnici comunali sono anche le fusioni e le gestioni associate messe in atto senza una reale riorganizzazione. «Che è proprio quello che ancora manca — prosegue il sindacalista —Non può esserci solo un’attenzione al risparmio, bisogna mettere mano con senno anche alle piante organiche».
Il problema è che questo in parte è stato fatto, «ma — spiega Valentinotti — gli uffici non sono solo una sommatoria casuale. Il personale va strutturato adeguatamente perché le competenze all’urbanistica, ai cantieri o all’edilizia pubblica, tanto per fare qualche esempio, sono ben differenti e occorre una forte specializzazione». Che spesso manca perché manca un’adeguata formazione del personale.
«Per questo sburocratizzare non è sufficiente — continua il segretario — Il personale corre rischi enormi quando velocizza o applica <il buon senso>. E’ capitato di un tecnico indagato per concorso in abuso edilizio perchè ha agevolato una procedura, che nei fatti è stata quella di accettare la richiesta <la carta te la porto domani>. O di un altro tecnico messo all’ufficio terre da scavo sanzionato con 2500 euro di multa perché ha commesso, giustamente, degli errori, che però arrivavano da una mancanza di formazione». Insomma quello che si chiede alla riforma Daldoss è una visione di riorganizzazione più attenta.