Poliziotto morto Gli indagati ora sono cinque
La pm: reti assenti. Via ai lavori di messa in sicurezza
TRENTO La pista resta sotto sequestro, ma la Procura ha concesso la possibilità di salire in quota per iniziare i lavori di messa in sicurezza del tracciato su indicazione del corpo forestale, come richiesto dalla stessa società.
A distanza di poco più di due settimane dalla terribile tragedia sulle piste della Panarotta, costata la vita a Bruno Paoli, il poliziotto della Poltrada, morto a soli 48 anni, dopo la caduta in un dirupo a lato del tracciato, continuano a ritmo serrato le indagini del corpo forestale. E ora spuntano nuovi indagati. A fine gennaio la pm Maria Colpani, titolare del fascicolo d’indagine aperto per omicidio colposo, aveva iscritto nel registro degli indagati un componente del cda della società Nuova Panarotta spa, che gestisce gli impianti da sci, chiamato in causa come responsabile della sicurezza, ma ora sono indagati altri due componenti della società e un dirigente e un tecnico del Servizio gestione impianti da sci della Provincia.
Nel mirino della magistratura c’è la sicurezza del tracciato, pare già messa in discussione in passato da alcune segnalazioni della forestale. Il sostituto procuratore ha incaricato un consulente per fare chiarezza sull’accaduto. La pista blu è un tracciato di collegamento tra la malga «Montagna Granda» e l’arrivo della pista Rigolor, ha una pendenza minima, dell’8%, ma purtroppo ai margini c’è un dirupo pericoloso e non c’erano reti. Secondo la Procura le protezioni avrebbero potuto salvare il poliziotto.
Paoli, grande esperto di sci (per anni aveva prestato servizio sulle piste e ancora oggi collaborava con la società Panarotta come volontario), secondo quanto ricostruito stava percorrendo il tracciato insieme ai figli. Il figlio più grande, 12 anni, era sopra e la bimba più a avanti. Paoli si era messo a protezione dei figli per farli scendere in sicurezza e per questo si era posizionato verso il bordo della pista, ma ha forse perso l’equilibrio o è scivolato precipitando, nel piccolo burrone sottostante. Parliamo di un dirupo con otto metri di dislivello in fondo al quale ci sono alberi, rocce e un grosso tubo che convoglia l’acqua di un piccolo torrente. Paoli ha sbattuto il capo contro la roccia, un impatto violento purtroppo fatale.