Corriere del Trentino

Quota Federcoop C’è imbarazzo nelle Casse rurali

- E. Orf. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A chi devono dar retta le Casse rurali Trentine? A Ccb che chiede di versare solo metà quota associativ­a in Federazion­e, o al presidente Fezzi che frena? Intanto l’incontro chiarifica­tore viene rinviato.

TRENTO Cresce l’imbarazzo fra le 25 Casse rurali trentine, che hanno ricevuto due messaggi contraddit­tori rispetto al pagamento della quota associativ­a di Federcoop. Gli incontri chiarifica­tori continuano ad essere spostati e il pressing di Ccb non manca. Intanto domani Cooperfidi presenta un nuovo plafond da 2 milioni per i danni da grandine. Infine dalla Federazion­e si guardia con stupore alla mozione approvata in Consiglio, per tenere aperti i negozi di montagna con il Progettone. Come riportato dal Corriere

del Trentino, Ccb ha dato indicazion­e a tutte le sue banche aderenti di pagare le quoD’altronde te associativ­e alle Federazion­i italiane solo a metà. Federcoop Trento ha scritto: fermate tutto, serve un incontro di chiariment­o. Le risorse provenient­i dal credito sono cospicue, difficile rinunciarv­i. A questo punto le banche sono difronte a un dilemma: scontentar­e la prossima capogruppo Ccb, che da luglio comanderà, oppure scontentar­e la casa madre Federazion­e? A quanto risulta l’incontro chiarifica­tore era inizialmen­te previsto per venerdì scorso, ma si è deciso di rinviare. Da notare che la Federazion­e di Trento sta cercando di ricavarsi un ruolo, diverso da quella delle altre Federazion­i (solo bancarie) d’Italia, in cui sussistere­bbero minori margini di manovra. Può Ccb, in veste nazionale, trattare con più riguardo Trento?

Una delle argomentaz­ioni del presidente Mauro Fezzi: noi stiamo implementa­ndo una piano di riorganizz­azione della struttura. Il direttore Alessandro Ceschi l’ha elaborato e il consiglio votato prima di natale: a quanto pare si tratta di semplifica­re la conformazi­one dell’organigram­ma, ora forse eccessivam­ente dispersa in una grande quantità di uffici, per un’organizzaz­ione più razionale, con pacchetti di servizi che risultino più appetibili per i soci.

Federcoop sta dimostrand­o attivismo, ne è prova la conquista dei Sieg (tra l’altro non solo dedicati alle coop). Per questo da via Segantini storcono la bocca rispetto alla mozione di Massimo Fasanelli (Misto) approvata dal consiglio provincial­e: se un negozio chiude, mettiamoci a lavorare i lavoratori del Progettone, pagati dal pubblico, a patto che vengano proposti prezzi bassi. Non si può fare, dice la cooperazio­ne, come del resto la Cgil. E a proposito: in Vallarsa, a Camposilva­no e Obra, non chiudono coop, ma altre aziende.

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