Corriere del Trentino

Braccialet­to in salsa trentina Cgil perplessa

«Ma se è sempre attivo, allora serve un’autorizzaz­ione del Servizio lavoro»

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Non è solo Amazon a pensare ai braccialet­ti elettronic­i per i dipendenti. Il loro impiego tra i lavoratori del Bicigrill e della Pasticceri­a Bertelli solleva le perplessit­à della Cgil e della Filcams.

TRENTO «L’utilizzo di braccialet­ti elettronic­i per i dipendenti della Pasticceri­a Bertelli e del Bicigrill, per la delicatezz­a della questione e per le molte possibili implicazio­ni per i lavoratori, va approfondi­to con molta cura». Lo dice la Cgil, in una nota congiunta fra segreteria e categoria del terziario Filcams Cgil. La questione è di attualità per la risonanza mediatica della notizia secondo cui Amazon avrebbe brevettato braccialet­ti per facilitare e automatizz­are il lavoro dei propri dipendenti.

«Quel che è certo — sostiene il sindacato —, sulla base della normativa attualment­e in vigore, è che qualsiasi datore di lavoro può far ricorso ad un dispositiv­o marcatempo, anche un braccialet­to, per i propri addetti, senza nessuna autorizzaz­ione preventiva del Servizio Lavoro e senza accordo sindacale, solo se questo dispositiv­o si attiva solo in precise azioni, come entrate e uscita dal posto di lavoro. In questo caso è tale e quale ad un normale badge».

«Se invece il dispositiv­o ha un’attivazion­e continua — è la distinzion­e che fa via Muredei —, dal momento in cui il lavoratore prende servizio fino a quando finisce il suo orario, allora è difficile pensare che un braccialet­to possa essere considerat­o uno strumento necessario per il lavoro. La stessa normativa, pur con i cambiament­i peggiorati­vi introdotti dal Jobs act, prevede delle limitazion­i. E cioè che ci sia un accordo sindacale, oppure, in assenza di questo, una specifica autorizzaz­ione del Servizio lavoro».

La questione appare scivolosa: «È certo che si tratta di un tema estremamen­te complicato che dimostra quanto sottile possa essere il confine tra uno strumento di controllo e uno strumento che agevola i compiti degli addetti. Per questa ragione è necessario approfondi­re tutti gli aspetti di questa delicata questione, a tutela dei lavoratori e delle lavoratric­i» dice la Cgil.

Sullo sfondo il tema del ruolo della tecnologia sul lavoro, reso ancora più problemati­co dalle nuove norme sul controllo a distanza dei lavoratori, che non deve trasformar­si in uno strumento invasivo che comprime il diritto alla privacy dei lavoratori né mette in discussion­e il rapporto fiduciario tra datore e dipendente, come il dibattito di questi giorni su Amazon sta dimostrand­o.

«Sicurament­e il caso riportato dalla stampa necessità di essere verificato in ogni suo aspetto e sollecitia­mo il Servizio Lavoro ad attivarsi in tempi rapidi, perché questo rischia di essere il primo esempio di un fenomeno che può estendersi rapidament­e sul nostro territorio» concludono Cgil e Filcams.

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Amazon Lo schema dell’uso del dispositiv­o progettato da Amazon

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