Eusart alla Galleria Civica Quattro artisti in dialogo
Quattro artisti, Pompeo Borra, Mario Dall’Aglio, Ugo Dossi, Michela Cattai e quattro città, rispettivamente Milano, Bolzano, Monaco, Venezia. La mostra Eusart allestita in questi giorni alla Galleria Civica di Bolzano mette in dialogo i diversi linguaggi pittorici e figurativi di questi quattro artisti appartenenti alla macroregione alpina Euralp. L’area che abbraccia i due versanti delle Alpi scavalca il confine dettato dalla catena montuosa e ne fa invece quasi un propulsore per scambi di natura economica e in questo caso culturale. L’esposizione curata dall’associazione Zusammen.it mostra modalità espressive artistiche che, pur restando anche molto distanti tra loro, suggeriscono analogie e contrasti, invitano al confronto e a una lettura inedita delle singole opere esposte.
L’accentuata staticità e la scelta cromatica accesa dei tanti soggetti femminili, ripetuti quasi come cloni, uno simile se non uguale all’altro, e l’essenzialità ridotta a pure forme delle marine, nelle tele di Pompeo Borra (1898-1973) dipinte intorno agli anni ‘40 e ‘50 inducono a collocare il pittore milanese, rappresentante di rilievo del Novecento italiano, nella corrente della pittura metafisica e del realismo magico, ma potrebbero essere lette paradossalmente anche come anticipazioni del postmoderno. Qui si trovano a dialogare con la ricerca astratta e ripetutamente,
ostinatamente verrebbe da dire, modulare ricorrente nei lavori di Mario Dall’Aglio (19272016). L’artista bolzanino scomparso da poco è stato apprezzato per il suo grande ingegno e spirito innovativo, ma sicuramente è ancora da rivalutare, considerandolo in un discorso più ampio di quello cittadino. La pregnante simbologia e le molteplici combinazioni matematiche, geometriche e cromatiche dell’installazione Tarot-Die Welle auf der Suche nach dem
Ozean ispirata ai tarocchi e realizzata da Ugo Dossi — artista contemporaneo di riferimento di Monaco di Baviera — usando la tecnica della stampa a raggi uv su plexiglas o dell’incisione su tavole di metallo costituiscono un sistema autonomo, il modello di un universo alternativo, con infiniti rimandi prettamente interni.
L’installazione di 22 pannelli esposta integralmente negli spazi ipogei della galleria si confronta d’altra parte in questa mostra con il sentore antico e la poetica autobiografica di cui è intrisa l’opera di Michela Cattai. La pittura di quest’artista che lavora da anni a Venezia, è trasferita e fissata attraverso un processo estremamente laborioso sul vetro soffiato nelle sculture esposte, anch’esse ciascuna un universo concluso in sé stesso, della serie Canneto realizzate con i maestri vetrai di Murano. La mostra, dal respiro sovraregionale al contempo storico e contemporaneo, resterà aperta fino al 18 febbraio.