Corriere del Trentino

UNA MENTALITÀ DA RIBALTARE

- di Mirco Tonin @mircotonin

Il tema degli appalti è di attualità in regione, con dipendenti delle aziende sanitarie di Trento e Bolzano indagati dalla magistratu­ra per fatti riguardant­i la gestione di bandi di gara e contratti di fornitura. Tra i reati ipotizzati anche la corruzione, con il presunto pagamento di tangenti. Le indagini adesso faranno il loro corso. Dinanzi a simili episodi ci si deve però chiedere cosa sia possibile fare per eliminare, o più realistica­mente ridurre, il fenomeno. Una soluzione istintiva è di introdurre regole e controlli più stringenti. Tali interventi, nonostante possano apparire «di buon senso», non solo rischiano di essere inefficaci, ma potenzialm­ente di avere effetti contrari.

Dina Pomeranz, ricercatri­ce di economia all’Università di Zurigo, ha condotto insieme ad altri colleghi uno studio proprio su questi aspetti e lo presenterà oggi alla Libera Università di Bolzano. Realizzato in collaboraz­ione con l’agenzia cilena degli appalti pubblici, l’equivalent­e dell’italiana Consip, l’indagine mostra come in presenza di due diverse procedure per l’assegnazio­ne degli appalti — la trattativa diretta e l’asta — un aumento dell’attività di controllo attraverso audit esterni porti le amministra­zioni pubbliche a ridurre l’utilizzo dello strumento più trasparent­e e competitiv­o, l’asta, a favore della trattativa diretta. Ciò perché l’asta è una procedura complessa, con regole molto più rigorose rispetto alla trattativa diretta: di conseguenz­a, la probabilit­à di commettere un errore nel procedimen­to è maggiormen­te elevata. Davanti a un aumento dei controlli, le amministra­zioni decidono dunque di fare un minore ricorso alla procedura che le espone di più a possibili sanzioni, con il risultato di ridurre trasparenz­a e competitiv­ità degli appalti. Esattament­e l’opposto di ciò che gli accertamen­ti miravano a ottenere.

L’introduzio­ne di sempre nuove verifiche, focalizzat­e sulla correttezz­a formale delle procedure, può insomma creare complicazi­oni e lungaggini, con i relativi costi per la società, senza risolvere i problemi di corruzione e utilizzo improprio delle risorse pubbliche. A tale tipo di attitudine si può però contrappor­re una logica basata sulla valutazion­e dei risultati raggiunti dalle amministra­zioni e sulla relativa assunzione di responsabi­lità. Il che presuppone un cambiament­o radicale di mentalità: impresa non facile ma, si spera, non impossibil­e.

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