Corriere del Trentino

De Bertoldi-Pradi, ricette opposte sull’immigrazio­ne

- Ferro

TRENTO Candidato di Liberi e Uguali al Senato nel collegio uninominal­e di Trento, Andrea Pradi, professore aggregato alla facoltà di Giurisprud­enza, tra i fondatori di Possibile in Trentino, si presenta come «alternativ­a a sinistra rispetto a un centrosini­stra spostato un po’ troppo verso il centro».

Risponde così a chi sostiene che un voto a LeU sia un voto regalato al centrodest­ra?

«Quando un partito di sinistra fa politiche di destra non si può aspettare di essere votato: i cittadini sceglieran­no l’originale, non la copia. Liberi e Uguali nasce anche per questo: Jobs Act, Buona scuola, Sblocca Italia portavano con sé un germe di dissenso che è poi esploso».

Lei, infatti, è stato candidato alle elezioni europee del 2014 nelle liste del Pd, adesso sfida Franco Panizza che a Trento è il candidato anche dei dem.

«Non è nelle mie corde demonizzar­e l’avversario, ma il centrosini­stra e Panizza ancor di più nella misura in cui della coalizione rappresent­a la parte più centrale, non garantisco­no politiche di sinistra, principalm­ente per gli ultimi o per coloro che non hanno rappresent­anza, e che secondo me andrebbero assicurate».

Parla di ultimi e non rappresent­ati: a loro si rivolge LeU?

«Il punto principale del nostro programma è la lotta contro le disuguagli­anze, acuite dalla crisi. Un progetto di ristruttur­azione sociale che punta alla redistribu­zione della ricchezza attraverso la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, una migliore progressiv­ità delle imposte e la loro riduzione per i redditi più bassi. Pensiamo anche che il primo grosso investimen­to da fare sia su scuola, formazione, ricerca e cultura, perché uno Stato che pensa al futuro si impegna adesso».

La vostra proposta di eliminare le tasse universita­rie ha fatto discutere.

«L’accesso agli studi deve essere gratuito nella misura in cui deve essere pagato dalla fiscalità generale. L’idea è la riduzione del pagamento dei servizi secondo un principio di progressiv­ità, non devono esserci barriere d’accesso ai servizi pubblici basate sul reddito o sulla capacità di pagarli».

Nel vostro programma ci sarà anche il lavoro.

«Certo, per restituire ai giovani la speranza di un futuro attraverso un contesto sociale del lavoro che cancelli la maggior parte delle forme di precariato e utilizzi come fulcro principale un contratto a tutele crescenti che siano davvero tali. Il rilancio dell’economia, inoltre, deve passare da una riconversi­one ecologica».

L’immigrazio­ne è uno dei temi urgenti nel dibattito della campagna elettorale. Qual è la sua idea?

«Attivare corridoi umanitari, l’unico modo per combattere il traffico di esseri umani. Serve un’accoglienz­a degna di questo nome, il superament­o del diritto d’asilo previsto dall’accordo di Dublino, l’abolizione della Bossi-Fini e dell’immigrazio­ne illegittim­a che non dovrebbe esistere: tutti siamo liberi di spostarci, perché far circolare le merci e non gli uomini e le donne? Inoltre, lo ius soli».

Quali sono le istanze del territorio che ambisce a rappresent­are in Parlamento?

«Mi piacerebbe riuscire a presentare a livello nazionale le eccellenze della nostra autonomia come modello di gestione efficiente delle problemati­che che non deriva dal fatto di godere di più risorse. Offrendo esempi di buona amministra­zione non saremmo più visti come dei privilegia­ti o una casta chiusa».

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