Stadio, Giacca caldeggia la soluzione Mattarello Il Coni rilancia Piedicastello
Presentato il progetto di Campomarzio. Busana: «Occasione da cogliere»
Il nuovo stadio di Trento continua a suscitare divisioni all’interno della società e della politica trentina. Ieri se ne è discussione nella Commissione sport del Comune. Campomarzio ha ripresentato la sua proposta di collocazione a Piedicastello che ha lasciato perplesso il patron del Trento calcio, Mauro Giacca. Più conciliante la valutazione di Paola Mora, presidente del Coni trentino, che però non boccia nemmeno l’attuale previsione da Prg, cioé a Mattarello.
TRENTO Un progetto integrato per stadio, residenze, spazi da vivere. Sull’area Italcementi: lo spunto utile «per allargare oltre il fiume il centro della città di Trento» ed evitare di «creare nuove periferie che non funzionano». «Un’occasione unica che rimpiangeremo» avverte Alessandro Busana, a nome del collettivo Campomarzio, presentando il disegno per Piedicastello durante l’audizione della commissione sport del Comune di Trento. Di fronte trova uno scetticismo diffuso fra i presenti. Pesano, nella bocciatura della collocazione del campo da calcio, i motivi «di ordine pubblico», nonostante le pianificazioni recenti cerchino di superare il concetto di stadio come mero luogo di «contenimento».
Freddo infatti si mostra Mauro Giacca, presidente dell’Ac Trento, che da tempo sostiene i vantaggi della collocazione a Madonna Bianca, e altri consiglieri quali Salvatore Panetta e Dario Maestranzi, che pur ringrazia i progettisti per la volontà «di giocare al rialzo e non al ribasso». Invitano invece ad osare di più e a concepire strutture integrate alla città «per il calcio, per lo sport del futuro» Paola Mora, presidente del Coni trentino, e il presidente Uisp Tommaso Iori. Per il collettivo quindi la riunione si chiude con un punto a favore.
«Un grande errore dell’urbanistica moderna è creare nuove periferie che non funzionano» esordisce Busana, affiancato in sala dai colleghi Daniele Cappelletti, Michele Andreatta, Pietro Ambrosini. L’illustrazione del progetto parte da natura e storia dell’area: Piedicastello, «bistrattata già dai tempi del Concilio». Il rione ha vissuto industrializzazione, nascita dell’Italcementi, arrivo della tangenziale. In tempi recenti la demolizione e il farraginoso dibattito sulla riqualificazione. Campomarzio, ispirandosi a strutture perfettamente inserite come il centro polivalente di Neuchatel (Svizzera), ha preso l’iniziativa proponendo per Trento un progetto di ricucitura urbana che prevede polo fieristico, parcheggi, housing sociale, parco lungo l’Adige, negozi, una piazza e appunto il nuovo stadio. Il tutto collegato con una passerella pedonale da via Verdi.
Giacca è perplesso. «Per la capienza da 12.000 posti della struttura, ma al Calcio Trento ne servono 4-5.000, e poi perché io ho sempre ragionato su una collocazione ben separata, contando flussi di persone importanti, che a volte sono agitati e non tranquilli». Il presidente del Trento cita il caso vicino di Verona: «Lì chiudono tutte le vie attorno. Per questo mi immagino una zona abbastanza fuori città. Madonna Bianca ha anche l’uscita autostradale attaccata».
Cauto Maestranzi (Patt) che immaginava «una struttura polivalente, chiusa» per il polo espositivo integrato, ma invita comunque il consiglio comunale «a osare di più per valorizzare quest’area che è un gioiello». Panetta (misto) ricorda i problemi di ordine pubblico. «Lo stadio non si può fare in quella zona proprio per questi motivi». Mora del Coni appoggia entrambe le soluzioni, Piedicastello e San Vincenzo. Invita però a considerare «il calcio del futuro». «Trento sogna la C, ha bisogno di una struttura importante. Bisogna fare sì che per le persone normali, anche le donne, si riapproprino delle strutture. Così risolveremmo il problema delle tifoserie». Iori, presidente dell’Uisp, condivide: «Se pensiamo solo a chi spacca le bottiglie è meglio non parlare più di calcio. Il progetto di Campomarzio è interessante perché sposta l’attenzione sullo stadio dalla periferia a una nuova parte di città. Sport vuol dire benessere, movimento, salute, aggregazione. Costruiamo luoghi a misura dei cittadini e non delle norme delle Federazioni».
La capienza La struttura proposta potrebbe contenere 12.000 persone Consiglieri perplessi
L’esempio Il collettivo di architetti ha usato come riferimento lo stadio di Neuchatel in Svizzera