Morando e la scelta di Potere al popolo «Voce agli esclusi, cambiamo modello»
TRENTO «È tempo che la politica torni a essere dal popolo e per il popolo». Graziano Morando, 63 anni, novello pensionato dopo 30 anni passati nel commercio equo e solidale (in Ctm-Altromercato), ha le idee chiare sulla sfida posta da Potere al popolo all’offerta politica del 4 marzo. «Siamo un’esperienza nata da poco, è vero — afferma —, ma continueremo oltre la data delle elezioni. Diamo voce a chi non ce l’ha. E in Italia cominciano a essere in tanti» precisa il candidato per il collegio di Trento del Senato.
Originario di Rovato (Brescia), Morando si è spostato in Trentino, ad Avio per la precisione. «Tanti mi conoscono con il mio soprannome, “Pingui”, che mi porto dietro da quando avevo 15 anni». La candidatura su Trento è arrivata senza un motivo preciso. «Non importa dove. Portiamo avanti le idee tutti assieme». E proposte, quelli di Potere al popolo ne hanno tante. «Siamo in gara a sinistra con LeU? La competizione non mi piace — prosegue ancora Morando —. Quello che portiamo avanti noi è stato abbandonato da tutte le altre forze politiche. Il liberismo selvaggio ci sta portando al disastro, umano e ambientale. In Italia, in Europa, nel mondo. Bisogna cambiare radicalmente il modello di sviluppo, perché questo crea ovunque disuguaglianze, guerre, migrazioni: ricchi sempre più ricchi e poveri con sempre meno diritti».
Per Morando, «la Costituzione parla chiaro sulla lotta al divario»: «Noi proviamo a mettere in atto ciò che dovrebbero fare tutti i cittadini». Lotta alle disuguaglianze, quindi, e impegno per l’occupazione: «Lavorare tutti, lavorare meno» aggiunge. «Bisogna tornare alla solidarietà, alla comunità, cancellando l’individualismo».
L’aggregazione sorta attorno all’esperienza del centro sociale di Napoli Je so’ pazzo aggrega movimenti e lotte sociali in tutta Italia. Anche i No tav. «Li definiscono estremisti, ma come si fa a chiamare così chi chiede diritti per la propria terra, la propria valle? Estremisti sono quelli partiti come CasaPound che portano avanti il fascismo». Sull’Autonomia, il candidato denuncia: «È una cosa bella, ma c’è clientelismo e poi va condivisa con la fascia alpina. Perché al Veneto nulla?». Morando conclude con un appello: «Esorto tutti i delusi da questa politica, coloro che adesso non sarebbero andati a votare. Diamoci un’altra possibilità: Potere al popolo, appunto».