Corriere del Trentino

Il Comune si difende

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Per colpa di uno spiacevole malinteso, Trento è diventato sui mezzi di informazio­ne locali un Comune che «non ama le mamme». Mai affermazio­ne è stata più lontana dalla realtà, come dimostrano i tanti servizi dedicati all’infanzia, dagli asili nido, che con i loro 1.176 posti coprono la totalità delle domande, ai parchi, agli spazi per il gioco e la condivisio­ne di esperienze e, per venire alla cronaca di questi giorni, ai punti allattamen­to. Che a Trento sono una quarantina, di cui quasi la metà comunali: oltre che in varie farmacie e negozi, gli spazi per allattare sono presenti infatti in tutte le bibliotech­e, nei poli sociali e negli uffici più frequentat­i da mamme e famiglie. Veniamo dunque al malinteso della scorsa settimana, quando all’Ufficio relazioni con il pubblico di via Roma è stato chiesto dove fosse il «baby point» più vicino. Un «baby point», dunque un posto attrezzato dove allattare, cambiare il bambino, stare tranquilli. Quel posto non poteva essere nell’angusto back office dell’Urp, ingombro di scatoloni, computer, personale al lavoro che entra, esce, risponde al telefono. A distanza di pochi metri c’erano due spazi molto più adeguati: uno, in via Alfieri, che però è legato agli orari d’apertura degli uffici, l’altro, sempre accessibil­e da lunedì al sabato dalle 8.30 alle 19.30 (sabato fino alle 18.30), nella biblioteca centrale, dove è presente anche un fasciatoio. Per inciso, l’allattamen­to è una delle «attività» previste nella Carta dei servizi della biblioteca. Al di là di quanto sancito formalment­e, l’allattamen­to è una prassi molto frequente, non solo tollerata ma incoraggia­ta in qualunque sede e soprattutt­o nella sezione ragazzi, dove la presenza di mamme in giovane età, con figli molto piccoli, è norma pressoché quotidiana.

In conclusion­e, il fatto che allattare in Comune sia impossibil­e non corrispond­e a verità, come ben sanno le mamme di Trento. Forse la fretta e l’ansia del momento hanno impedito che tutte le informazio­ni del caso arrivasser­o a destinazio­ne, con il risultato di diffondere un messaggio che non rispecchia né gli indirizzi politici né la prassi quotidiana di questa amministra­zione. Servizio pubbliche relazioni

Comune di Trento

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