Salvini sicuro «Valsugana, vincerà Fugatti»
Salvini oggi a Pergine e Rovereto: «Valsugana collegio difficile ma Fugatti vincerà»
«In Valsugana Maurizio Fugatti vincerà». Parola di Matteo Salvini: il segretario del Carroccio sarà oggi a Pergine e Rovereto. «Porteremo almeno due trentini a Roma» assicura il leader della Lega.
Valsugana e Vallagarina. Sono le due tappe che il candidato premier della Lega Nord Matteo Salvini ha inserito nel suo tour elettorale in vista del voto del prossimo 4 marzo. Questo pomeriggio, alle 18.30, il leader del Carroccio incontrerà i cittadini all’auditorium Don Milani di Pergine. Più tardi, alle 21, sarà invece nella sala Kennedy dello Urban Center di Rovereto. Due puntate d’obbligo perché questa volta «contiamo di ottenere il miglior risultato di sempre» spiega lui, che mostra di credere ciecamente nelle possibilità di Maurizio Fugatti nel collegio della Valsugana, «il più combattuto», sostiene l’amico Diego Binelli e non dimentica Sergio Divina: «In autunno ci saranno le Provinciali».
Segretario, quali aspettative nutre per la Lega in Trentino?
«Una Lega sempre più forte, questo mi dicono le sensazioni e lo confermano i sondaggi. Per cui mi aspetto una Lega capace di ottenere il miglior risultato di sempre in Trentino, che significa avere a Roma almeno due rappresentati di questo territorio».
Oggi pomeriggio sarà in Valsugana, collegio dove è candidato Maurizio Fugatti, che andrà allo scontro con Lorenzo Dellai e Riccardo Fraccaro. Non sarà una partita facile, tuttavia non avete previsto un paracadute per il segretario trentino. Come mai?
«In Trentino, come nel resto d’Italia, abbiamo schierato gli uomini più forti nei collegi più combattuti e credo che Maurizio Fugatti sia sicuramente il più conosciuto e il più stimato. La persona giusta per vincere in Valsugana. E poi i paracadute io li uso solamente d’estate quando vado in vacanza a Pinzolo e faccio parapendio. Battute a parte, abbiamo l’ambizione di vincere in più di una realtà del Trentino, quindi non penso proprio sia necessario alcun paracadute».
Leggendo gli altri nomi dei vostri candidati non si può non notare l’esclusione di Sergio Divina.
«Non è assolutamente una bocciatura. Sergio ha fatto un lavoro egregio e non dimentico che in autunno ci saranno le Provinciali: quella sarà una battaglia forse anche più importante delle stesse Politiche perché c’è in ballo la gestione della Provincia Autonoma, per cui tutti saranno della partita. Ci sono diversi parlamentari che anche in altre parti, come in Lombardia, in Veneto e in Piemonte, non sono stati ricandidati pur avendo accumulato tanta esperienza. Abbiamo preferito dare spazio agli amministratori locali».
Come nel caso di Diego Binelli, assessore comunale a Pinzolo, capolista nel plurinominale?
«Esatto. Sono appena passato dal Piemonte e dal Veneto, e lì come qui ho chiesto di avere tantissimi sindaci, consiglieri, assessori, tra cui molte donne. Penso servano loro in Parlamento. A differenza di altri, qui come in Alto Adige, abbiamo candidato trentini e non abbiamo fatto “alla Pd”, che catapulta Maria Elena Boschi a Bolzano dalla Toscana. Quindi sono assolutamente contento».
Poco fa parlava delle Provinciali e prospettava una partita intensa. I dati storici mostrano infatti che i trentini hanno la tendenza ad affidarsi al centrodestra in occasione delle Politiche e al centrosinistra autonomista alle Provinciali. La sfida più dura si giocherà quindi in autunno?
«Vedremo di cambiare la storia del Trentino. In Lombardia e in Veneto con la Lega stiamo combattendo per arrivare all’Autonomia. Qui c’è già ma spesso e volentieri viene usata male, quindi in autunno conto di ribaltare ciò che è stato in passato. Ma pensiamo a una cosa alla volta».
Data la sua affinità con Marie Le Pen e a un orientamento politico quindi più vicino alla destra si vocifera di malumori all’interno del partito, al punto che, secondo alcuni, maroniani e bossiani starebbero meditando una scissione. Ha qualche avvisaglia in questo senso?
«No. Si tratta di fantasie giornalistiche di chi vede la Lega crescere e quindi comincia ad avere qualche timore. La Lega è compatta. Eleggerà il maggior numero di parlamentari da vent’anni a questa parte. È una settimana che subisco attacchi da più fronti: gli hacker prendono di mira i nostri siti, Boldrini, Saviano e Renzi mi insultano e mi attaccano per qualsiasi cosa accada, da Macerata a Milano a Napoli. Ma io non ho problemi, sono tranquillissimo».
A proposito di Macerata, in molti l’hanno accusata di aver giustificato almeno in parte il gesto di Traini. Non crede sia pericoloso spingere all’estremo la battaglia sull’immigrazione?
«L’ho ripetuto in tutte le salse: io sono dell’opinione che la violenza vada sempre condannata. Io i problemi li risolvo applicando la legge e cambiando le regole. È ovvio che a Macerata, ma come anche a Trento o a Bolzano, aver fatto sbarcare centinaia di migliaia di immigrati porta danni, porta disastri, porta problemi. Io voglio andare al governo semplicemente per rimettere le cose in ordine, senza sparare ma dando potere alle forze dell’ordine ed espellendo chi deve essere espulso».