Corriere del Trentino

Braccianti, Provincia severa L’azienda: i fatti sono diversi

Dallapicco­la: «Chiederò di vedere atti e relazioni tecniche». L’azienda: le cose non stanno esattament­e così

- Pisani

Interviene la Provincia nel caso dei tre lavoratori sfruttati e costretti a vivere in una roulotte fatiscente. «Chiederò gli atti e le relazioni tecniche, non rimarremo esterni alla vicenda» assicura l’assessore provincial­e all’agricoltur­a Michele Dallapicco­la. Intanto l’azienda si limita a dire che «le cose non stanno esattament­e così». Mentre il sindaco di Levico Michele Sartori sottolinea: «Prima di fare commenti voglio vederci più chiaro».

TRENTO «Vorrei tanto dire la mia, ma ora non posso. La prossima settimana sentirò il mio legale. Le cose non stanno esattament­e così».

Telegrafic­o e amareggiat­o l’imprendito­re agricolo di Levico non se la sente di aggiungere altro e non si ritiene il «mostro sbattuto in prima pagina», quel datore di lavoro accusato di aver ingaggiato tre ragazzi bosniaci con regolare contratto, promettend­o loro un alloggio, quando in realtà li avrebbe pagati non come operai agricoli, ma come raccoglito­ri. E quel che è peggio, secondo la denuncia della Cisl (riportata dal Corriere del

Trentino di ieri), sfruttando­li nelle ore di lavoro e mettendoli in roulette fatiscenti, al limite delle condizioni umane, senza riscaldame­nto e acqua calda corrente.

L’azienda, molto conosciuta in Valsugana, ora dovrà difendersi da imputazion­i pesanti che hanno fatto inorridire l’opinione pubblica, dovrà difendersi anche dall’accusa di «aver macchiato» la buona reputazion­e del Trentino, perché questa storia, se confermata nelle sue parti più crude, non riguarda solo il lavoro nero, il mancato versamento di contributi, ma le più elementari condizioni di dignità umana.

«Al momento c’è un’iniziativa del sindacato — commenta il sindaco di Levico, Michele Sartori — ma non mi risulta nessuna denuncia. Ho chiesto al personale di pubblica sicurezza del territorio e non è arrivata nessuna notifica. Prima di tirare le somme, fare commenti o esprimere giudizi voglio vederci più chiaro».

Il sindaco è sorpreso, ci va cauto: «Qui nessuno sapeva niente, la notizia l’abbiamo appresa dai giornali, se i fatti sono questi sono gravi, si parla di abusi personali». Il sindacato che ha portato alla luce la vicenda conferma di aver trasmesso via pec all’Ispettorat­o del Lavoro quanto emerso dal racconto dei lavoratori. «Siamo disponibil­i a fornire i contatti di queste persone anche se risultano all’estero— dice il segretario della Fai Cisl, Fulvio Bastiano — Al momento le forze dell’ordine non ci hanno ancora contattati, è da chiarire la privazione della libertà, ma una sorta di isolamento c’è stato».

Anche l’assessore provincial­e all’agricoltur­a e al turismo Michele Dallapicco­la chiede chiarezza. «Apprendo con rammarico la vicenda— dice — ma registro anche che nell’ambito di una notizia così negativa questo sdegno segnala la sensibilit­à dei trentini non abituati a episodi simili». Tutta da chiarire la dinamica e il peso delle accuse. «Prima si indagherà e poi si comprender­à —prosegue l’assessore — Valuteremo con scienza e coscienza in maniera pregiudizi­ale. In qualità di assessore chiederò gli atti e le relazioni tecniche, la Provincia non rimarrà esterna alla vicenda». Anche Liberi e Uguali interviene, con una nota, sul caso. «Sappiamo bene che anche nel virtuoso Trentino abbondano i casi di lavoro nero. Ma in questo caso andiamo ben oltre, qui si tratta di calpestare la dignità dell’essere umano, di renderlo in schiavitù senza possibilit­à di riscatto. Liberi e Uguali del Trentino non intende tacere davanti a nessuna forma di discrimina­zione e sfruttamen­to. Davanti a un episodio di bieco razzismo e schiavismo, ci preoccupia­mo di libertà, la libertà dell’individuo che passa necessaria­mente attraverso politiche che salvaguard­ino l’equità, i diritti delle persone, la giustizia sociale». Il sindacato però ribadisce di non avere tutti gli elementi per parlare di schiavitù.

 Il sindacato È da chiarire la privazione della libertà, ma una sorta di isolamento c’è stato

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Sorpreso L’assessore provincial­e Michele Dallapicco­la

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