Credito coop: scossa Visco «Capogruppo, più capitale»
Il governatore di Bankitalia al Forex di Verona. Le Bcc hanno deteriorati per il 2% sopra la media Monito ai singoli istituti: «Resistenze al cambiamento potrebbero compromettere la riforma»
«È necessario che le capogruppo predispongano un piano di rafforzamento di capitale» dice il governatore di Bankitalia Visco al Forex di Verona. «Incidenza dei deteriorati in media superiore del 2%».
TRENTO La riforma del credito cooperativo è tra gli argomenti che stanno più a cuore in questa fase alla Banca d’Italia. Lo testimonia il tono della relazione del governatore Ignazio Visco ieri al congresso Assiom Forex di Verona. Le Bcc hanno un’incidenza di deteriorati «maggiore di due punti percentuali rispetto alla media». «È necessario che le capogruppo predispongano adeguati piani di rafforzamento di capitale, da attivare in caso di necessità». E attenzione: «Ritardi o resistenze al cambiamento finirebbero con il compromettere il successo della riforma».
Il contesto vede in Italia il rafforzarsi della ripresa economica, fatto che ha ovviamente riflessi positivi anche sul fronte creditizio. Gli istituti stanno proseguendo «nell’azione di rafforzamento dei bilanci di riduzione dei prestiti deteriorati». Anche se devono continuare ad «agire su più fronti per recuperare redditività e capacità competitiva: comprimere i costi, realizzare aggregazioni, investire nel comparto Fintech».
Cosa succede alla riforma del credito coop? «Per le Bcc i coefficienti patrimoniali continuano a essere più elevati di quelli medi di sistema, ma il divario è andato riducendosi per la compressione della redditività e l’impossibilità di raccogliere capitale di rischio sul mercato», fattore che invece sarà disponibile con al riforma. Si aggiunga poi che «le misure adottate per fronteggiare il grave deterioramento della qualità dei prestiti sono state meno incisive di quelle varate da altre banche. Le Bcc, quindi, si trovano oggi a fronteggiare un’incidenza di prestiti deteriorati maggiore di oltre due punti percentuali rispetto alla media, con tassi di copertura significativamente minori. L’attuale riforma del comparto, con la nascita dei gruppi bancari cooperativi, sarà essenziale per consentire alle Bcc di superare gli svantaggi della piccola dimensione e continuare a sostenere l’economia locale preservando i valori della cooperazione e della mutualità».
In riferimento al procedere della riforma, Visco aggiunge: «La preparazione della costituzione dei gruppi cooperativi va accelerata, con il pieno sostegno alle future capogruppo da parte delle affiliate. I piani industriali dovranno garantire il rapido raggiungimento degli obiettivi che al riforma si è prefissa: apertura al mercato dei capitali, robustezza degli assetti di governo societario e di controllo interno, efficienza allocativa e operativa, riduzione dei crediti deteriorati». E la stoccata: «Ritardi o resistenze al cambiamento finirebbero con il compromettere il successo della riforma».
Più nel dettaglio: «La Banca d’Italia sta esaminando la richiesta presentata dalla Cassa Centrale Raiffeisen per la costituzione di un gruppo bancario provinciale, mentre è in corso un confronto con Iccrea e Cassa Centrale Banca in vista della presentazione delle istanze di costituzione dei due gruppi significativi che saranno sottoposti alla vigilanza in ambito europeo. Prima che ciò avvenga, i due gruppi saranno sottoposti a un esercizio di valutazione approfondita dei bilanci. È necessario che le capogruppo predispongano adeguati piani di rafforzamento del capitale, da attivare in caso di necessità». Significa che occorrono ancora più mezzi rispetto all’aumento di capitale che ha fatto superare ampiamente la soglia limite del miliardo di euro di patrimonio? Possibile che nella partita delle azioni Iccrea in pancia alle Bcc affiliate a Cassa centrale, un trasferimento delle quote in Ccb (si tratta di circa il 25% di Iccrea) possa figurare come un rafforzamento dei mezzi? Una serie di questioni aperte, insomma, che l’istituto sta affrontando, per prepararsi all’istanza per diventare gruppo bancario, che fissata originariamente per fine dicembre, è slittata poi a febbraio e ora a quanto pare a marzo.