Haydn, applausi e nasi rossi al debutto di «Nano Nano» L’orchestra pop conquista
Massì, dichiariamolo: a Carnevale nessuna «cover» vale. È proprio Marco Pierobon, prima tromba e direttore del concerto di ieri sera a Bolzano, a dirlo da anni: «Un conto sono le reinterpretazioni, le riletture di un brano musicale. Ma le cover proprio no: non sono né carne né pesce». Così, rassicurati anche per le repliche di domani e martedì a Trento e ad Arco, non possiamo che salutare con ampi e divertiti sorrisi la serata musicale di ieri all’auditorium di Bolzano, dove del resto la Haydn è di casa. L’orchestra era affiancata per l’occasione dalla New Project Band, una sorta di «pianeta a sé» del jazz regionale eseguito con organici ricchi ed eclettici.
Eccoci allora immersi nelle atmosfere sonore di vecchi telefilm, inizialmente di nicchia in Italia, poi esplosi come archetipi e raffigurazioni «pop». Titolo dei tre concerti:
Nano Nano, in ricordo della serie Mork & Mindy grazie alla quale abbiamo iniziato a conoscere in Europa un attore del rango di Robin Williams.
Tema delle serate, di dichiarato segno carnascialesco, le versioni strumentali delle sigle dei telefilm. Da
Perry Mason a Dream of Jeannie, da Star Trek a Ufo, da
Sanford and son a Le strade di San Francisco, tanto per citare i primi brani che hanno riscaldato (e colorato) la sala bolzanina avvezza di solito alla grande musica colta, sinfonica o da camera che sia.
D’altro canto, un musicista del calibro di Keith Jarrett (seguito da altri) ha infranto qualche decennio or sono le barriere tra generi musicali, a patto che siano scritti ed eseguiti da professionisti talentuosi. E lo stesso Pierobon anni fa, proprio in questi giorni di coriandoli e parrucche arancioni, ha diretto con la Hadyn Bernstein, Gershwin e Led Zeppelin, inoltrandosi fino all’heavy metal. Coriandoli, nasi rossi e parrucche hanno così invaso l’auditorium di via Dante comme il faut e fa piacere rilevare come nessuno, tra i componenti delle due orchestre come in platea, sia andato oltre la trasgressione di una bottiglina d’acqua.
Divertente - e anche emblematico - il rapporto tra ogni tipo di percussione e gli strumenti non a fiato. Tutti rigorosamente non elettrificati. Oltre sedici i brani eseguiti come detto riscritti, dilatati e talvolta «dilaniati» da nuove orchestrazioni - per un progetto musicale non solo divertente e «scacciapensieri» ma, anzi, a suo modo sperimentale. Applausi numerosi, a tratti adottati anche come saluto tra palco e platea, e divertimento e musica da non consumare. Ci meritavamo un carnevale così.