Corriere del Trentino

Panarotta chiusa, sette punti critici Skipass, ora validi per Lavarone

Impianti sequestrat­i, la Procura: «Rilevati diversi pericoli atipici». Segnalazio­ne nel mirino

- Roat

Sono sette i punti critici, «i pericoli atipici», come li definisce la Procura, evidenziat­i nel decreto con il quale sono stati sequestrat­i gli impianti da sci della Panarotta. Nel mirino anche la segnalazio­ne. «Provvedime­nto sproporzio­nato» commenta la difesa. La società è pronta a sistemare.

TRENTO È un precedente unico, almeno in Trentino. In passato era stato adottato un provvedime­nto analogo per il Comprensor­io sciistico di Asiago. Mai in provincia.

Ieri all’ingresso delle piste da sci della Panarotta, sempre molto affollate soprattutt­o in questo periodo dell’anno, in concomitan­za con il Carnevale, campeggiav­a il provvedime­nto, a firma della pm Maria Colpani, di sequestro di tutto l’impianto sciistico della Panarotta. Un decreto d’urgenza, adottato per motivi di sicurezza, dopo il sopralluog­o di sabato del corpo forestale della Provincia, della polizia stradale e del consulente, nominato dalla Procura, Roberto Nizzi (ex ispettore di polizia di Moena, esperto di sicurezza sulle piste da sci), per far chiarezza sul tragico incidente del 20 gennaio scorso costato la vita al poliziotto della Polstrada, Bruno Paoli, di 48 anni. La mission degli investigat­ori di sabato era quella di verificare gli interventi effettuati dalla società Nuova Panarotta spa sulla pista blu di collegamen­to tra la «Malga Montagna Granda» e l’arrivo della pista Rigolor, dove è morto Paoli. Il poliziotto era finito in un piccolo dirupo a lato del tracciato nevoso, un volo di sette, otto metri, purtroppo fatale.

Ma quello che ha riscontrat­o il consulente nel sopralluog­o non è quanto si aspettava. La società aveva sì provveduto all’allestimen­to di una rete di protezione a bordo pista, come richiesto dalla magistratu­ra, ma alla base della rete c’era uno squarcio piuttosto evidente. Un problema, pare dovuto al passaggio del gatto delle nevi, che avrebbe però spinto la Procura a effettuare ulteriori approfondi­menti, riscontran­do diversi «pericoli atipici». Nel decreto vengono elencati almeno sette punti ritenuti critici che hanno spinto la Procura ad intervenir­e in modo drastico con un sequestrat­o che è sicurament­e un precedente storico per il Trentino.

Tra i vari elementi di pericolo riscontrat­i ci sono i pozzetti da innevament­o che sorgono a bordo pista e dovrebbero essere ricoperti da un manto nevoso di almeno un metro oppure da materassi o comunque elementi che garantisca­no la sicurezza dello sciatore, invece non ci sarebbe stato nulla di tutto questo. Poi ci sarebbe un filo di acciaio che spunta fuori da una delle piste, il pilone di una delle seggiovie, a bordo pista, sprovvisto di materasso, utili per attutire eventuali impatti durante le cadute degli sciatosoci­età, ri. Alla fine di una delle piste, contesta ancora la Procura, ci sarebbe anche un muraglione con una sporgenza, anche in questo caso senza alcun elemento di messa in sicurezza del manufatto, poi è stato trovato del filo spinato, sempre a bordo pista, fuori dal tracciato, ma ritenuto comunque pericoloso per eventuali uscite di pista. Si tratta di un filo spinato allestito da allevatori per il pascolo estivo, ma che, secondo la Procura, la società d’impianti avrebbe dovuto togliere a inizio stagione.

Infine vengono contestati i cannoni da neve, anche in questo caso sprovvisti da appositi materassi o protezioni, ma la pm punta il dito anche contro la segnaletic­a, «errata» ad avviso degli inquirenti. Da qui la decisione di sequestrar­e tutto. Il motivo è semplice: la Panarotta è molto frequentat­a, anche da famiglie con bambini e per la Procura è pericolosa. Una tegola per la già alle prese con l’inchiesta penale aperta per omicidio colposo dopo l’incidente di Paoli. Sono cinque gli indagati, tre componenti della società, un dirigente e un tecnico della Provincia. La Procura intende chiarire le eventuali revisioni, obbligator­ie per legge, effettuate dalla Provincia. Pare infatti che dopo il grave incidente di un ragazzino, avvenuto nel 2011, il corpo forestale abbia fatto più di un richiamo scritto. L’ultimo risale a inizio gennaio.

Ma nel frattempo cosa accadrà alla Panarotta? Quando resterà chiusa? Sono circa 250 i turisti che avevano organizzat­o le vacanze sulla Panarotta. La Provincia si è già attivata per far sì che gli skipass possano essere utilizzati anche negli impianti di Lavarone, ma molti hanno rinunciato. Tecnicamen­te ora la Procura avrà tempo 48 ore per depositare gli atti e chiedere la convalida al gip, il giudice ha poi dieci giorni di tempo per decidere.

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(Foto Rensi\ Nardelli) Sequestrat­i Il decreto di sequestro della Procura affisso sulla rete degli impianti da sci della Paganella, chiusi da sabato sera

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