Corriere del Trentino

«Ambiente da preservare Il turismo del futuro è legato alla sostenibil­ità»

- F. G. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TRENTO Vincenzo Calì, candidato per Liberi e uguali nel collegio di Pergine, come intende portare le idee democratic­he e sociali nel nostro Paese?

«Ho accettato questa candidatur­a al Senato per il Trentino orientale nella convinzion­e che LeU possa portare alla partecipaz­ione attiva al voto molti dei cittadini sfiduciati, fonte di preoccupaz­ione generale dal punto di vista democratic­o, in quanto si potrebbero eleggere dei rappresent­anti poco legittimat­i da un voto popolare; mentre noi siamo sensibili alla partecipaz­ione, soprattutt­o dei giovani. Vorrei prestare attenzione alla voce di tanti, potenziare la democrazia diretta e diminuire la possibilit­à di prendere le decisioni a poche persone». Quale futuro vede per l’autonomia?

«La sfida che l’autogovern­o comporta in queste regioni alpine è mantenere un territorio caratteriz­zato da una forte autonomia, in vista di un’Europa federale; dove si deve pensare a una regione strategica che tuteli soprattutt­o la natura dell’area dolomitica. Al fine di conservare l’autonomia, bisognereb­be impegnarsi a dare la massima rilevanza alla questione ladina, perché l’ideale di una prospettiv­a futura è quella di una grande regione dall’assetto tripolare; al cui interno, le tre comunità (ladina, italiana e tedesca), convivano con autonomie che rispettino le tradizioni dei tre gruppi. Inoltre bisognereb­be dare piena voce e dignità alla comunità ladina di Fassa, che per oltre 70 anni è stata penalizzat­a dalla competizio­ne tra tedeschi ed italiani». Cosa dice sull’ospedale di Fiemme e la chiusura di alcuni reparti?

«Le periferie devono essere salvaguard­ate, così come i presidi dei territori alpini, e questo è possibile solo se ci sono dei servizi che garantisco­no di vivere in sicurezza in montagna; un prerequisi­to necessario per evitare lo spopolamen­to delle regioni alpine».

Come inquadra, a livello territoria­le, la questione della mobilità in Valsugana, snodo di passaggio del traffico pesante e la spinosa questione della proposta di costruzion­e di una nuova acciaieria?

«Il Trentino, se vuole essere autonomo, non può diventare un corridoio di passaggio di mezzi pesanti. Questo vuol dire avere una posizione molto rigida e ferma contro le tendenze che portano all’aumento del traffico, soprattutt­o per la Valsugana, che è un’area che ha già di per sé una depression­e economica, alla

attraverso l’aumento di impianti sciistici non è più possibile. Una zona di grande valore ambientale va tutelata attraverso un turismo alternativ­o, che vada incontro alla sensibilit­à di chi abita nelle grandi città e desidera trovare un ambiente alpino incontamin­ato, naturale e preservato. Il turismo del futuro quindi è un turismo più soft». Integrazio­ne e immigrazio­ne come possono inserirsi in un contesto alpino?

«Sull’immigrazio­ne, inviterei tutti i trentini a vedere il bellissimo film La prima neve, dove viene mostrato come un nostro fratello delle terre nere può inserirsi in un territorio alpino. La soluzione di problemi logistici in tema di immigrazio­ne deve essere ben amministra­ta e gestita. Le soluzioni devono essere all’altezza della complessit­à che comporta l’inseriment­o di queste persone nei nostri territori».

quale si aggiunge un traffico pesante, impedendol­e di valorizzar­e la vocazione turistica ed agricola. Quindi bisogna porre un freno alla imposizion­e di “stradomani­a”, potenziand­o collegamen­ti con mobilità ecososteni­bile ed alternativ­a, e magari contingent­are il passaggio di mezzi pesanti con dei pedaggi».

Questa prospettiv­a di mobilità alternativ­a ed approccio più soft a livello ambientale riguarda anche la salvaguard­ia di un territorio montano in espansione, con un turismo differente rispetto a quello sciistico. Nell’area di Primiero, per esempio, come si può pensare a un incremento turistico? «L’illusione di risolvere il problema turistico

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A sinistra Vincenzo Calì è candidato per LeU

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