«È un provvedimento sproporzionato» La società pronta a intervenire subito
TRENTO «La società si è subito dimostrata collaborativa, si credeva e sperava di aver avviato un dialogo per sistemare le criticità». Non nasconde un certo stupore l’avvocato Monica Baggia, che rappresenta la società Nuova Panarotta, per il sequestro d’urgenza scattato sabato sera.
«Ci sembra un provvedimento un po’ sproporzionato, che colpisce tutto il territorio — commenta l’avvocato — soprattutto alla luce del dialogo avviato con la Procura. La società si è subito dimostrata disponibile e collaborativa». L’amarezza è palpabile nelle parole del legale e riflette il clima di incredulità e dispiacere che si respira in questi giorni in Panarotta. La società è comunque pronta a intervenire subito e ieri ha già depositato un’istanza accesso ai luoghi per poter iniziare subito degli interventi di messa in sicurezza, ovviamente sotto la stretta sorveglianza del corpo forestale e seguendo le loro indicazioni. L’obiettivo è riuscire a sistemare e riaprire gli impianti nel più breve tempo possibile. D’altronde il fattore tempo è fondamentale se si vuole salvare almeno l’ultima parte della stagione sciistica.
La speranza è quindi quella di sistemare subito e poi procedere con una richiesta di dissequestro degli impianti e di tutte le piste da sci. Anche se la Procura potrebbe decidere di farlo in autonomia alla luce dei nuovi interventi di messa in sicurezza. Qualche criticità su cui intervenire, secondo la difesa della società, c’è, ma non tali da giustificare un sequestro, considerato poi il fatto che alcuni «pericolo atipici» individuati dalla Procura sono molto distanti dalla pista, come ad esempio il filo di ferro, che si trova nella zona boschiva a 7 metri dal tracciato, o il filo spinato che è a 15 metri dalla pista.
Nel frattempo ieri la pm Colpani ha interrogato il dirigente provinciale indagato, assistito dall’avvocato Nicola Stolfi, per fare chiarezza sui solleciti della forestale e i controlli effettuati dal Servizio turismo. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere, in mano alla Procura c’è già un’ingente mole di documenti sequestrati negli uffici provinciali.