«Conflitto di interessi? Lascerò il mio studio»
L’avvocato prende di petto il conflitto d’interesse. «La lealtà è dovuta ai miei compagni di squadra» Confermato l’ingaggio di Vagnone, «un fuoriclasse». «Lorenz può ricoprire solo un altro mandato»
Andrea Girardi uscirà dal suo studio, che cambierà addirittura nome. È la via individuata dall’avvocato trentino per evitare il conflitto d’interesse con la candidatura presentata per la governance di Itas. Intanto ieri al Gruppo agenti Lorenz ha detto che Ivass chiederà una seconda modifica statutaria, per la rappresentatività.
TRENTO «Ho chiarito la mia posizione, rispondendo ai dubbi. Il nostro progetto ha testa e gambe. Ed è apprezzato». L’avvocato Andrea Girardi è reduce dall’incontro con un comitato di delegati di una quindicina di elementi, visti a cena l’altra sera, con cui ha affrontato molti temi relativi alla sua iniziativa per conquistare la governance di Itas Mutua. Per evitare conflitti di interesse dovuti al suo lavoro pluriennale con la compagnia, uscirà dal suo studio, il quale cambierà pure nome.
Avvocato Girardi, lei in Itas ha avuto incarichi da amministratore (Itas Vita 20122014), e pure nell’Organismo di vigilanza (2013-2014) e infine come presidente del Comitato di controllo (2012-2014).
«E nel 2014 sono stato invitato a dimettermi. Questi organismi erano appena nati, quindi non c’erano ancora grandi risultati e per giunta erano più di forma che di sostanza. Secondo me per capire le cose non basta che una persona le dica, occorrono i riscontri. E a proposito di persone che conoscono la macchina, anche il presidente Lorenz mi pare che sia in Itas da parecchio tempo».
Il suo studio legale lavora molto con Itas. Ciò potrebbe rappresentare un problema in caso di elezione in cda.
«La soluzione è che uscirò dall’associazione professionale. Lo studio avrà un altro legale rappresentante, non sarà più mio. Potrò collaborare, ma non sarò più io quello che decide».
Ma non le sembra ancora un po’ ambiguo?
«Questa non è una campagna politica. Stiamo parlando di una società, ci sono dinamiche diverse. Se iniziano i sospetti non è più finita».
Ma qualche problema di recente in effetti c’è stato.
«Qualcuno ha anche dei dubbio anche sul vicepresidente Consoli. Comunque specifico: Girardi non sarà il rappresentante. Non sarà più socio dell’associazione professionale. Che cambierà pure nome, non si chiamerà più Girardi Studio Legale Tributario. Anche perché è in ballo una fusione a livello regionale. Ma il punto è la lealtà»
Appunto.
«Se uno volesse fare il furbo si potrebbe mettere d’accordo con qualcuno per fare il suo interesse personale. Mettiamola allora così: sono attorniato da persone, quelle che compongono la mia squadra, che non metterebbero mai a repentaglio la loro reputazione, costruita in tanti anni, per seguire me in caso volessi fare il cretino».
A proposto di squadra, lei conferma le indiscrezioni?
«Sì, compreso Paolo Vagnone, ex di Generali e Allianz, un vero fuoriclasse. La nostra squadra è coesa e contiene persone di livello elevato in grado di esprimere direttore, amministratore delegato, comitato esecutivo. Il gruppo comunque sarà più ampio dei nomi usciti e finora non abbiamo ancora parlato dei posti in consiglio».
Vi presenterete agli agenti?
«Ho fatto richiesta al presidente Massimo Binini. Il tema vero è di evitare che ci sia una rottura, qui si lavora tutti per il gruppo Itas. Se poi ci saranno due o più progetti validi, sarà positivo chiunque vinca, importante che per Itas ci sia un ritorno alla serenità, per lasciarci alle spalle il clima di pessimismo e sfiducia».
In quanto a programmi?
«Dobbiamo ragionare su quale sarà la Mutua 4.0. Ci sono molti temi da affrontare, come la rappresentanza, il rapporto con i regolatori, il patrimonio, il ruolo degli agenti. Oggi è necessaria una nuova stabilità. Mi chiedo a questo proposito quanto potrebbe fare Fabrizio Lorenz, che al massimo potrebbe essere nominato per un solo mandato. Intervenire solo sulle emergenze? È un tema sollevato dai delegati».
Anche i delegati sono un fattore cardine.
«Nel loro gruppo la consapevolezza del ruolo va curata. Sono loro i padroni della mutua. Questa cosa fino a poco tempo fa non era chiara. In questa vicenda dobbiamo ricordare che la nostra iniziativa è stata sollecitata da agenti, delegati e dipendenti. In futuro inoltre parlerò anche con i soci sovventori, non solo i tedeschi, anche gli altri. E ovviamente incontrerò anche i delegati da fuori».