Corriere del Trentino

«Avvocati candidati? Devono dimettersi»

Il presidente dell’Ordine di Trento al centro del dibattito nazionale. «Il nodo? L’autonomia»

- Dafne Roat © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il presidente degli avvocati trentini, Andrea De Bertolini, lancia un richiamo ai colleghi candidati alle Politiche dal giornale del Consiglio nazionale forense.

TRENTO Un richiamo all’etica senza se e senza ma. La candidatur­a alle politiche di per sé può essere un fattore positivo per l’avvocatura, ma è necessario che le istituzion­i forensi mantengano le «prerogativ­e tipiche di autonomia e indipenden­za. Per poter svelare quel cruciale ruolo dei cosiddetti corpi intermedi dello Stato, dei quali l’avvocatura è paradigmat­ico espressivo esempio per la salubrità della società». E ancora: «Tali prerogativ­e, tanto più importanti rispetto all’interlocut­ore politico».

Rischia di scatenare un vero terremoto a livello nazionale e scuotere alcune tra le più alte cariche dell’avvocatura l’intervento del presidente dell’ordine degli avvocati di Trento, Andrea de Bertolini, sul giornale del Consiglio nazionale forense «Il Dubbio». De Bertolini scrive una lettera aperta a tutti i colleghi che hanno scelto di candidarsi alle prossime politiche di marzo. «Il dato — premette — nella sua prevalenza è sicurament­e positivo: una responsabi­le e consapevol­e presenza dell’avvocatura nelle istituzion­i politiche è da sempre provvida prospettiv­a auspicabil­e per poter assicurare, nell’agenda parlamenta­re, quel necessario pluralismo presuppost­o per un trasversal­e costante dibattito incentrato sull’effettiva tutela dei diritti ed equità sociale». Tutto bene quindi? Non proprio. De Bertolini stigmatizz­a la scelta di alcuni colleghi, che ricoprono cariche apicali all’interno dell’istituzion­e forense, di scendere in campo in politica, senza, però, rimettere il loro mandato.

Un esempio? È facilmente intuibile. Il presidente dell’ordine degli avvocati di Roma, Mauro Vaglio, che ha deciso di candidare al senato per il Movimento Cinque Stelle, e lo ha comunicato ai colleghi con un’email facendo infuriare i legali della capitale che lo hanno accusato di «fare campagna elettorale utilizzand­o la mailing list dell’ordine».

Ma non c’è solo lui. Basti pensare al presidente della Cassa forense, Luciano Nunzio, che correrà in Molise per diventare senatore di Forza Italia, oppure il presidente dell’ordine di Palermo, Francesco Greco, candidato per Forza Italia. Sono solo alcuni esempi, de Bertolini non fa nomi, ma richiama i colleghi candidati al «rispetto del pluralismo tipico del corpo» e nella lettera auspica che i colleghi, con ruoli apicali nelle istituzion­i forensi, «valutino l’opportunit­à, di valore non solo simbolico, di dimettersi consentend­o in tal modo, nell’interesse dell’intera avvocatura, di garantire terzietà degli organismi istituzion­ali da loro rappresent­ati».

Un auspicio, niente più, ma scritto nero su bianco, che ha già raccolto alcuni commenti positivi in Trentino, ma rischia di causare un po’ di maretta. In provincia sono tre gli avvocati che hanno deciso di scendere in campo, ma nessuno di loro riveste un ruolo apicale nell’avvocatura. L’unica che aveva una carica è l’avvocato Eleonora Stenico che era presidente della Commission­e pari opportunit­à, incarico dal quale si è dimessa quando ha deciso di candidarsi nel collegio uninominal­e senatorial­e della Valsugana per la coalizione di centrosini­stra. «Una scelta responsabi­le» commenta de Bertolini.

Garantire la terzietà degli organismi istituzion­ali Stenico? Scelta di responsabi­lità

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Giustizia Rischia di scatenare un terremoto l’intervento del presidente dell’ordine degli avvocati di Trento, Andrea de Bertolini, che ha rivolto un appello all’etica ai colleghi che si sono candidati

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