Sticchi Damiani e l’auto del futuro «Sarà autonoma»
Damiani: «Nell’immediato? Una telecamera per segnalare gli ostacoli»
TRENTO Sergio Marchionne, lo scorso ottobre a Rovereto, non si era dimostrato convinto delle virtù delle auto elettriche, molto di più per la guida autonoma. Secondo Angelo Sticchi Damiani, invece, presidente dell’Aci, l’Automobile club d’Italia, nel futuro della gomma ci sono entrambe. Del tema si parlerà venerdì alle 18.30 presso Autoindustriale srl a Trento in un dibattito moderato dal direttore del Corriere del Trentino Enrico Franco prima della premiazione degli sportivi che si sono distinti nel 2017 nel campo dell’automobilismo.
Presidente, automatiche, elettriche: sono queste le auto del futuro?
«Sì, ma soprattutto vetture connesse: tramite satellite da un lato, attraverso l’infrastruttura, che dovrà essere attrezzata in tal senso, dall’altro. Esistono quattro livelli di guida autonoma, a oggi alcuni modelli top di gamma dispongono del secondo, l’Audi A8 arriva al terzo: si può togliere per qualche momento le mani dal volante».
Ad Aci quale grado di automazione interessa in particolare?
«Il secondo, quello che consente di sopperire attraverso la strumentazione di bordo alle distrazioni o alle deficienze degli utenti più deboli: le persone anziane, i giovanissimi neopatentati, chi non sia in perfette condizioni di salute. Il problema è che le auto dotate di questi sistemi sono pochissime. In Italia il parco circolante ha mediamente più di dieci anni, immaginare di arrivare nel breve periodo al 50% delle auto dotate di questi dispositivi è illusorio».
Proposte?
«Abbiamo individuato un apparato da poter montare su qualunque vettura: non sostituisce il freno automatico, grazie al quale se ci si avvicina troppo a un ostacolo, sia esso l’auto che precede, un pedone o un ciclista, la macchina frena da sola, ma crea un sistema acustico. Si tratta di una telecamera capace di individuare eventuali ostacoli e lanciare un allarme sonoro piuttosto forte, per cui la frenata esce in forma quasi automatica. La telecamera, inoltre, registra tutto quello che vede e questo è importante anche dal punto di vista assicurativo».
Il prezzo?
«Circa 900 euro. Ma stiamo discutendo con una banca molto importante per consentirne l’acquisto a rate mediante una sorta di credito al consumo e con più compagnie assicurative disposte a uno sconto sulla polizza a chiunque se ne dotasse. Intendiamo inoltre chiedere un contributo per il montaggio al governo, che speriamo possa anche facilitare il ricambio del parco circolante in Italia».
In questo contesto a Trento si parlerà del futuro dello sport automobilistico.
«Sulle auto da competizione gli automatismi sono da eliminare, il fattore umano deve essere quello predominante, anche se in Formula 1 già ce ne sono di fatto».
Se la strada ormai è tracciata, quali sono i tempi per arrivare alla meta?
«La certezza in questo senso manca. Dal punto di vista culturale e di condivisione delle scelte ci siamo, il grosso della mobilità sarà in futuro alimentato dall’energia elettrica e disporrà di strumenti per la guida automatica, ma occorre pensare anche all’immediato: non si può aspettare per ridurre il numero di morti e feriti sulle strade. Manca l’infrastrutturazione, che non può essere solo nelle grandi città, ci vogliono le stazioni di carico in autostrada, le batterie con una carica adeguata a un viaggio lungo, la ricarica veloce. Serve ovviamente l’energia elettrica, che deve derivare da fonti rinnovabili, ma anche i costruttori che producano le auto. In attesa di tutto questo dobbiamo scegliere forme di mobilità a basso impatto ambientale».
I nodi Mancano infrastrutturazioni come le stazioni di carico in autostrada