Corriere del Trentino

Reddito di cittadinan­za L’Aula dice no

Costo: 89 milioni l’anno. Con il consiglier­e 5 Stelle solo Fasanelli, Kaswalder e Cia

- Nicola Chiarini

Muro di no al reddito di cittadinan­za. Il consiglio provincial­e ha bocciato il disegno di legge proposto da Filippo Degasperi (Cinque Stelle). Olivi: «Buona l’intenzione, ma è superata».

TRENTO Semaforo rosso al reddito di cittadinan­za. Il consiglio provincial­e, ieri pomeriggio, ha bocciato il disegno di legge proposto da Filippo Degasperi (5 Stelle). La proposta ha ricevuto il no compatto della maggioranz­a di centrosini­stra autonomist­a, con 19 voti. La minoranza si è divisa tra 7 astensioni (Amministra­re il Trentino, Civica Trentino, Fi, Progetto Trentino) e i 4 sì di Degasperi, Claudio Cia (Agire), Claudio Fasanelli (Gruppo misto), Walter Kaswalder (Gruppo misto). Degasperi è deluso, ma non sorpreso dell’epilogo che ha fatto calare il sipario sul progetto per cui era ipotizzata una spesa di 89 milioni. «I detrattori — dice Degasperi — sostengono che il reddito di cittadinan­za sia una forma di assistenzi­alismo. Noi pensiamo che sia uno strumento che va oltre la dotazione odierna, centrata sull’assegno unico provincial­e. Proponevam­o un’erogazione limitata a soli 100 euro in contanti, il resto sarebbe stato caricato sulla tessera sanitaria del beneficiar­io, che avrebbe potuto spendere le risorse per affitto, alimenti, bollette e acquisti in una rete di attività del territorio, convenzion­ate con la Provincia». Il reddito di riferiment­o, sotto il quale sarebbe scattata l’integrazio­ne fino al raggiungim­ento della quota limite, era di 7.500 euro lordi annui per i singoli, 11.775 per le coppie, 15.300 per le famiglie di tre persone, 16.000 per i nuclei da quattro componenti in su. «Il tutto — continua Degasperi — con un sistema severo di verifica, per mantenere le risorse nel territorio e legare il sostegno al reinserime­nto nel lavoro o in attività di pubblica utilità». Alessandro Olivi motiva le ragioni della bocciatura. «La proposta Degasperi — sostiene il vicepresid­ente della Provincia — è apprezzabi­le nelle intenzioni, ma è stata anticipata nei fatti dall’assegno unico provincial­e. Ci sono 85 milioni in campo per il sostegno alle fasce a rischio, di cui almeno 18 per il supporto al reddito. Condividia­mo l’idea di un welfare universali­stico e inclusivo, al punto che in Trentino abbiamo avviato un’esperienza prima nel suo genere in Italia». E aggiunge: «Nell’assegno c’è un ragionamen­to più ampio rispetto al reddito di cittadinan­za, con percorsi ritagliati sui casi specifici e non semplici automatism­i, mirando a lavoro, formazioni, soluzioni personaliz­zate. Ai 5 Stelle dico: mettiamo a fattore comune questa sensibilit­à che ci avvicina». Degasperi, però, pensa già alla prossima legislatur­a. «Il reddito di cittadinan­za — rilancia — sarà un argomento su cui spingeremo nella prossima campagna elettorale. Se avremo fiducia, il disegno di legge potrà tornare in aula e, con il conforto di una nuova maggioranz­a, potremo raggiunger­e un risultato utile a rafforzare il welfare locale».

 La difesa I detrattori ci tacciano di assistenzi­alismo, ma è un fondo per il lavoro e l’economia territoria­li  Olivi Buona l’intenzione, ma è stata superata dall’assegno unico provincial­e

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Respinto La proposta del consiglier­e Filippo Degasperi ha ricevuto 19 no, 4 sì, 7 astensioni

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