Reddito di cittadinanza L’Aula dice no
Costo: 89 milioni l’anno. Con il consigliere 5 Stelle solo Fasanelli, Kaswalder e Cia
Muro di no al reddito di cittadinanza. Il consiglio provinciale ha bocciato il disegno di legge proposto da Filippo Degasperi (Cinque Stelle). Olivi: «Buona l’intenzione, ma è superata».
TRENTO Semaforo rosso al reddito di cittadinanza. Il consiglio provinciale, ieri pomeriggio, ha bocciato il disegno di legge proposto da Filippo Degasperi (5 Stelle). La proposta ha ricevuto il no compatto della maggioranza di centrosinistra autonomista, con 19 voti. La minoranza si è divisa tra 7 astensioni (Amministrare il Trentino, Civica Trentino, Fi, Progetto Trentino) e i 4 sì di Degasperi, Claudio Cia (Agire), Claudio Fasanelli (Gruppo misto), Walter Kaswalder (Gruppo misto). Degasperi è deluso, ma non sorpreso dell’epilogo che ha fatto calare il sipario sul progetto per cui era ipotizzata una spesa di 89 milioni. «I detrattori — dice Degasperi — sostengono che il reddito di cittadinanza sia una forma di assistenzialismo. Noi pensiamo che sia uno strumento che va oltre la dotazione odierna, centrata sull’assegno unico provinciale. Proponevamo un’erogazione limitata a soli 100 euro in contanti, il resto sarebbe stato caricato sulla tessera sanitaria del beneficiario, che avrebbe potuto spendere le risorse per affitto, alimenti, bollette e acquisti in una rete di attività del territorio, convenzionate con la Provincia». Il reddito di riferimento, sotto il quale sarebbe scattata l’integrazione fino al raggiungimento della quota limite, era di 7.500 euro lordi annui per i singoli, 11.775 per le coppie, 15.300 per le famiglie di tre persone, 16.000 per i nuclei da quattro componenti in su. «Il tutto — continua Degasperi — con un sistema severo di verifica, per mantenere le risorse nel territorio e legare il sostegno al reinserimento nel lavoro o in attività di pubblica utilità». Alessandro Olivi motiva le ragioni della bocciatura. «La proposta Degasperi — sostiene il vicepresidente della Provincia — è apprezzabile nelle intenzioni, ma è stata anticipata nei fatti dall’assegno unico provinciale. Ci sono 85 milioni in campo per il sostegno alle fasce a rischio, di cui almeno 18 per il supporto al reddito. Condividiamo l’idea di un welfare universalistico e inclusivo, al punto che in Trentino abbiamo avviato un’esperienza prima nel suo genere in Italia». E aggiunge: «Nell’assegno c’è un ragionamento più ampio rispetto al reddito di cittadinanza, con percorsi ritagliati sui casi specifici e non semplici automatismi, mirando a lavoro, formazioni, soluzioni personalizzate. Ai 5 Stelle dico: mettiamo a fattore comune questa sensibilità che ci avvicina». Degasperi, però, pensa già alla prossima legislatura. «Il reddito di cittadinanza — rilancia — sarà un argomento su cui spingeremo nella prossima campagna elettorale. Se avremo fiducia, il disegno di legge potrà tornare in aula e, con il conforto di una nuova maggioranza, potremo raggiungere un risultato utile a rafforzare il welfare locale».
La difesa I detrattori ci tacciano di assistenzialismo, ma è un fondo per il lavoro e l’economia territoriali Olivi Buona l’intenzione, ma è stata superata dall’assegno unico provinciale