Traffico di rifiuti, Aquaspace nel mirino Sequestrato il depuratore dell’azienda La difesa è pronta a dare battaglia
La difesa è pronta a dare battaglia ed è pronta a impugnare il provvedimento di sequestro in tutte le sedi. È probabile che già nei prossimi giorni venga presentato un ricorso al Tribunale del riesame, d’altronde quell’accusa di traffico illecito di rifiuti, come previsto dall’articolo 260 del decreto legislativo 152 del 2006) , non riesce proprio a digerirla l’azienda roveretana Acquaspace. L’avvocato Andrea Tomasi non vuole entrare nel merito dell’indagine, che a quanto pare è solo agli inizi, ma respinge tutte le accuse.
Il sequestro del depuratore della società di via del Garda è scattato martedì mattina. Gli investigatori della polizia giudiziaria, incaricati dai due pm della Dda Alessandra Liverani e Davide Ognibene, insieme ai tecnici dell’Azienda provinciale per l’ambiente si sono presentati in azienda con in mano un decreto di sequestro preventivo, chiesto dalla Procura di Trento, che di fatto blocca l’impianto. Secondo l’accusa la società non smaltirebbe i rifiuti secondo le prescrizioni di legge. Ma nel mirino ci sono anche quelli provenienti da altre zone, Aquaspace, infatti, lavora anche per conto di terzi, in quanto è autorizzata anche allo smaltimento di sostanze tossiche e nocive. Ed è proprio su questo aspetto che si sta concentrando l’attenzione della magistratura anche se poco trapela dagli ambienti della Procura sull’indagine. Sono state contestate all’azienda alcune irregolarità, rispetto alla gestione dei rifiuti, e rispetto a quanto entra e quanto esce dallo stabilimento. L’inchiesta sarebbe partita a un campionamento svolto dall’Appa l’estate scorsa.