«Valdastico, arma di distrazione Io? Ultimo mandato»
TRENTO Nell’affaire dei bonifici per il microcredito sposa in toto la linea dell’intransigenza. È pronto a rispettare il tetto dei due mandati e trasmettere l’eredità politica a una nuova classe dirigente. Riccardo Fraccaro, candidato nel collegio uninominale della Camera a Pergine Valsugana, insiste sui crucci del territorio: viabilità («La Valdastico è un’arma di distrazione di massa per non risolvere i problemi del presente») e ambiente («La Valsugana non può essere polo siderurgico, il sito va riconvertito»).
Fraccaro, è al varco del suo secondo mandato, quindi in base alle regole del Movimento sarà davvero l’ultimo?
«Sì, sarà l’ultimo. È una regola che condivido pienamente: fare due legislature è di per sé faticoso ed è giusto favorire un ricambio continuo. Quando si ricopre ruoli di potere, il rischio è che si inizi a ragionare per garantire la singola posizione. È da lì che si innestano meccanismi di ricerca del consenso elettorale, dimenticando il perseguimento del bene comune. In questi cinque anni farò del mio meglio, poi tornerò al mio lavoro. Ma nel frattempo cercherò di crescere e trasferire le mie competenze a persone nuove».
Il programma è nato dalle proposte condivise sulla piattaforma Rousseau. Quali sono i capisaldi?
«L’intento generale è migliorare la qualità della vita dei cittadini. Cosa significa? Creare posti di lavoro, dare sostegno alle famiglie, investire soldi pubblici in settori che hanno un effetto moltiplicatore, come la lotta al dissesto idrogeologico o la green economy. Ancora: per artigiani e partite Iva, migliorare la qualità della vita significa non avere il peso della burocrazia di oggi; per i cittadini significa introdurre strumenti di controllo diretto: referendum abrogativo, consultivo e confermativo senza quorum. C’è una cosa, poi, che ci sta a cuore».
Quale?
«Risolvere il problema della legge Fornero: chi l’ha introdotta, compresi alcuni candidati con cui mi scontro, andrà in pensione con il vitalizio a 60 anni. Io ho rinunciato alla pensione d’oro di Montecitorio e arriverò al pensionamento a settant’anni. Inaccettabile». È candidato nel Trentino Orientale, di quali
istanze intende farsi carico?
«Innanzitutto la viabilità. È da quarant’anni che si sfodera la Valdastico, ma è un’arma di distrazione di massa. Non c’è alcun progetto definitivo, ci si confronta solo su idee astratte e intanto sulle strade si muore. Alla Provincia chiediamo di smettere di prendere in giro i valsuganotti: con un progetto in mano lo si sottoporrà a referendum popolare, ma nel frattempo dobbiamo investire risorse in bandi realistici dedicati alla statale 47: non si può parare di futuro se si trascura il presente. C’è poi il tema dell’ambiente e il forte inquinamento legato a traffico e Acciaierie. Qui serve un piano straordinario di riconversione del territorio: la Valsugana non può essere un polo siderurgico».
La vicenda degli ammanchi al fondo per i microcredito ha generato qualche imbarazzo.
«In realtà registriamo un aumento nelle intenzioni di voto: grazie a questi attacchi, i cittadini sanno che siamo gli unici ad esserci dimezzati gli stipendi. Nessuno s’è mai tolto un euro. In cinque anni io ho rinunciato a 360.000 euro e ho vissuto dignitosamente».
Resta la sostanza: alcuni hanno disatteso le regole. Condivide la linea dura di Di Maio?
«La mia linea è la stessa che sta tenendo il movimento: intransigenza, chi non rispetta le promesse va allontanato. Non possiamo essere certi che tutti rispettino le regole, ma possiamo garantire un metodo: l’onestà».