REGOLE E IDEE, PERFETTO MIX
La due giorni dedicata alla sicurezza urbana, grazie alle esperienze narrate da sindaci e non solo, ha consentito di prendere atto di come la gestione del fenomeno non segua un preciso cliché. Ogni realtà cittadina si muove in base alle proprie esigenze e il punto di contatto, se c’è, ricade all’interno di un ragionamento complessivo dove la possibile risoluzione della questione non passa esclusivamente attraverso l’applicazione delle norme. Le regole, certo, sono indispensabili per garantire l’ordine, ma c’è bisogno anche di altro. L’uso del Daspo, insomma, può avere ricadute efficaci se non rimane strumento chiamato in causa unicamente per rimuovere un ostacolo. Perché, così, si sposterebbe solamente il problema, senza estirparlo. La soluzione coercitiva, quindi, va messa in relazione con un altro concetto: quello della vivibilità dei centri urbani. Leggi e idee, ecco il mix a cui ambire.
Su tale prospettiva ha insistito molto uno dei relatori del forum delle Polizie municipali, il docente dell’università Bicocca, Carlo Ruga Riva. Il buon senso applicato al quotidiano è stato il contenuto dell’invito rivolto alla classe politica che materialmente deve procedere al governo del territorio. Riva ha spronato l’uditorio a concentrarsi pure sul rendere gli spazi urbani occasioni di qualità. Il degrado, non da oggi, trova terreno fertile dove manca qualità: l’abbandono richiama più facilmente l’inciviltà. Il presidio delle divise, pertanto, va accompagnato con il presidio delle proposte di alto livello. Un posto vissuto è molto meglio di uno lasciato in balia della stupidità umana.
Il progetto di riqualificazione di piazza Mostra presentato l’altro ieri dal Comune, se letto in un simile contesto, è allora l’occasione migliore per plasmare nella pratica il concetto di vivibilità. Bisogna cercare alternative allo slogan acchiappavoti («Chiamiamo l’esercito a garantire la sicurezza»): all’inizio può fare presa, ma alla lunga non incide, lasciando tutto immutato. Il riappropriarsi di uno spazio a ridosso del centro storico non è sinonimo automatico di ritrovata vivibilità, però costituisce un elemento importante da cui partire per ritornare ad amare la città, a produrre «utopie urbane positive» come afferma Vittorio Gregotti. Quella città che è probabilmente il più importante monumento costruito dall’uomo, la rappresentazione fisica delle volontà, delle speranze e delle memorie di un’intera collettività.