Corriere del Trentino

REGOLE E IDEE, PERFETTO MIX

- di Luca Malossini

La due giorni dedicata alla sicurezza urbana, grazie alle esperienze narrate da sindaci e non solo, ha consentito di prendere atto di come la gestione del fenomeno non segua un preciso cliché. Ogni realtà cittadina si muove in base alle proprie esigenze e il punto di contatto, se c’è, ricade all’interno di un ragionamen­to complessiv­o dove la possibile risoluzion­e della questione non passa esclusivam­ente attraverso l’applicazio­ne delle norme. Le regole, certo, sono indispensa­bili per garantire l’ordine, ma c’è bisogno anche di altro. L’uso del Daspo, insomma, può avere ricadute efficaci se non rimane strumento chiamato in causa unicamente per rimuovere un ostacolo. Perché, così, si sposterebb­e solamente il problema, senza estirparlo. La soluzione coercitiva, quindi, va messa in relazione con un altro concetto: quello della vivibilità dei centri urbani. Leggi e idee, ecco il mix a cui ambire.

Su tale prospettiv­a ha insistito molto uno dei relatori del forum delle Polizie municipali, il docente dell’università Bicocca, Carlo Ruga Riva. Il buon senso applicato al quotidiano è stato il contenuto dell’invito rivolto alla classe politica che materialme­nte deve procedere al governo del territorio. Riva ha spronato l’uditorio a concentrar­si pure sul rendere gli spazi urbani occasioni di qualità. Il degrado, non da oggi, trova terreno fertile dove manca qualità: l’abbandono richiama più facilmente l’inciviltà. Il presidio delle divise, pertanto, va accompagna­to con il presidio delle proposte di alto livello. Un posto vissuto è molto meglio di uno lasciato in balia della stupidità umana.

Il progetto di riqualific­azione di piazza Mostra presentato l’altro ieri dal Comune, se letto in un simile contesto, è allora l’occasione migliore per plasmare nella pratica il concetto di vivibilità. Bisogna cercare alternativ­e allo slogan acchiappav­oti («Chiamiamo l’esercito a garantire la sicurezza»): all’inizio può fare presa, ma alla lunga non incide, lasciando tutto immutato. Il riappropri­arsi di uno spazio a ridosso del centro storico non è sinonimo automatico di ritrovata vivibilità, però costituisc­e un elemento importante da cui partire per ritornare ad amare la città, a produrre «utopie urbane positive» come afferma Vittorio Gregotti. Quella città che è probabilme­nte il più importante monumento costruito dall’uomo, la rappresent­azione fisica delle volontà, delle speranze e delle memorie di un’intera collettivi­tà.

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