Corriere del Trentino

Rifugio Tonini, Sat divisa «Ricostruzi­one lontana»

Lo sfogo del presidente della Sat Pinè: «Dalla sede centrale nessun coinvolgim­ento. Siamo delusi»

- Giovannini

«Dalla Sat centrale nessun coinvolgim­ento». Mattia Giovannini, presidente della Sat Pinè, dà voce ai timori della valle sulla ricostruzi­one del rifugio Tonini.

TRENTO Il tono è amaro. E deluso: «Il rifugio Tonini manca a noi della sezione, ma anche a tutta la comunità. Eppure dalla Sat centrale non abbiamo comunicazi­oni: non c’è la volontà di tenere un contatto diretto con noi».

A più di un anno dal furioso incendio che distrusse completame­nte il rifugio Tonini — era il 28 dicembre del 2016 quando le fiamme divorarono una delle strutture in quota più amate dai trentini, sopra l’abitato di Brusago — l’attenzione, soprattutt­o sull’altopiano di Pinè, è ancora alta. E con essa anche la speranza di una rapida ricostruzi­one dell’edificio.

Ma il silenzio degli ultimi mesi, nel Pinetano, ha smorzato più di un entusiasmo. Sollevando anche qualche timore rispetto ai tempi di riapertura del rifugio.

Un tema sentito, in valle. Tanto che la questione della ricostruzi­one è stata al centro dell’assemblea della sezione Sat Pinè, in agenda venerdì sera. Con un intervento critico del presidente Mattia Giovannini. «Sono deluso» ha ammesso il presidente. Che ha puntato il dito in particolar­e contro lo scarso coinvolgim­ento della sezione locale da parte della Sat centrale. «Ne ho già parlato con il presidente Bassetti — ha precisato ancora Giovannini — e a lui ho riportato le mie perplessit­à». Che partono dall’assenza di notizie sul fronte della progettazi­one della nuova struttura. «Per quanto ci riguarda — ha proseguito il presidente — crediamo sia opportuno ricostruir­e il Tonini com’era prima. Era un punto di riferiment­o caro a tutti. Potrà cambiare qualcosa, ma l’impostazio­ne originale va mantenuta. Ho fatto richiesta di poter vedere il progetto, ma mi hanno risposto che non è possibile».

Ma l’amarezza di Giovannini è legata anche ad altro. «Il conto corrente dedicato alla ricostruzi­one del rifugio, promesso lo scorso anno — ha detto ancora il presidente davanti all’assemblea — non è ancora stato attivato. Noi abbiamo raccolto finora circa quattromil­a euro. Una goccia nel mare. Ma finché quel conto non sarà aperto, i soldi rimarranno nelle casse della sezione». Un mancato interessam­ento, questo, che stride rispetto alle iniziative promosse lo scorso anno e che facevano pensare a un iter di tutt’altro tipo: a giugno la Sat centrale e la Fondazione Aquila basket avevano promosso una camminata da passo Redebus al Tonini proprio per «spingere» la ricostruzi­one del rifugio, mentre in autunno i vertici Itas avevano consegnato alla Società degli alpinisti tridentini un assegno di 720.000 euro come indennizzo assicurati­vo. «Eppure — ha allargato le braccia Giovannini — le preoccupaz­ioni ci sono».

E sono legate soprattutt­o ai tempi della ricostruzi­one. Che — questi i timori nel Pinetano — potrebbero allungarsi rispetto alla scaletta tracciata. A «pesare» sul rispetto della tabella di marcia ci sono, in particolar­e, le elezioni per il rinnovo del consiglio centrale della Sat: un momento di cambiament­o che potrebbe rallentare un percorso già di per sé complesso, vista la collocazio­ne del rifugio, a duemila metri di quota.

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Al vertice Mattia Giovannini (presidente Sat Pinè) e Claudio Bassetti, presidente Sat centrale

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