«Provincia, una perla rara per le startup Ma servono dialogo e organizzazione»
«Il Trentino? Per le startup è una perla rara». A parlare è Giovanna Zucco, madrina di Kidcare, startup che fornisce soluzioni ortopediche per bambini. Lei, dopo diverse esperienze in aziende ortopediche e nella multinazionale Johnson & Johnson Medical, è tornata in Trentino, nella sua Rovereto, per lavorare a un progetto in proprio, ovvero realizzare soluzioni per bambini e ragazzi da 0 a 16 anni, progettando, producendo e vendendo placche per correggere le deformità assiali degli arti nonché chiodi elastici che aiutano a riparare le fratture delle ossa lunghe.
«Un obiettivo che grazie a Trentino Sviluppo ho potuto realizzare» spiega. Nel 2011, infatti, anche al sostegno del fondo Seed Money-Fesr co-finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, ha dato vita alla sua attività ad elevato tasso di innovazione. «Da sola non ci sarei mai riuscita, per questo mi sento di consigliare il nostro territorio a ogni giovane impresa» ribadisce Zucco.
Ma si può sempre fare meglio. «La professionalità che ho trovato in Trentino Sviluppo non l’ho ritrovata in altre aree della Provincia dove tutto è molto confuso. Si viene rimbalzati da un ufficio all’altro e spesso ci si confronta con persone che non hanno competenze adeguate. È molto frustrante» lamenta l’imprenditrice che per ovviare a tali difficoltà propone la creazione di sportelli dedicati per aree di business che possano dare indicazioni sui percorsi da seguire. Non solo, altro scoglio sono i finanziamenti:
«Siamo supportati nella fase iniziale della nostra attività, ma servirebbe un percorso continuativo con un’analisi di medio periodo a cui potrebbero seguire nuove tranche di finanziamento. Ciò che chiedo non è assistenzialismo, ma dialogo e relazione».
Infine, anche per la startupper è necessario intervenire in maniera decisa sulla burocrazia. «È il peggiore dei mali. Io ho sempre combattuto contro chi diceva che in Italia non si può fare impresa, ma oggi devo dire che purtroppo avevano ragione. La complessità è sfiancante e la burocrazia toglie tempo ed energie all’attività e, dunque, alla capacità di crescere» rileva Zucco. E conclude: «Per le startup il Trentino è una perla rara. Peccato che il sistema Italia vanifichi tutti questi sforzi».