Melinda taglia marketing e straordinari
All’inizio della settimana l’assemblea generale dei soci del consorzio Melinda ha preso atto della stagione disastrosa in termini di produzione, per cui la previsione è di un calo del 70%, con buona parte delle mele destinata alla trasformazione industriale o comunque alla classificazione «seconda categoria», perché rovinate da gelo e grandine. Per la prima volta il conferimento è avvenuto «senza far separare direttamente nel frutteto le mele commerciali da quelle prive dei requisiti sufficienti al consumo fresco». «Il realizzo commerciale, previsto in 85 milioni di euro, pari a 0,72 euro al chilogrammo, pare ottimo osservando il prezzo al chilo, ma risulta ovviamente deficitario in termini assoluti», ha spiegato il direttore generale Paolo Gerevini. La previsione è di liquidare da Melinda alle coop 0,496 euro al chilo, e ai soci 0,476 euro al chilo. Per affrontare la perdita di oltre i due terzi del prodotto conferito serve flessibilità del sistema. «Tutte le voci di costo sono state ridotte: le maggiori riduzioni provengono dal risparmio di energia, dalla diminuzione del costo del personale dipendente e dalla riduzione delle attività di marketing. Importante anche l’apporto del fondo mutualistico, utile a coprire parte dei costi fissi delle cooperative. Sia ai soci produttori, che ai lavoratori dipendenti, sono stati richiesti sacrifici e collaborazione che stanno aiutando a limitare le ore di straordinario e cercano di far sì che siano utilizzate tutte le ferie residue». L’incidenza dei costi è di 0,224 euro al chilo per Melinda e 0,020 per le coop, per un totale di 0,244 euro al chilo, il che significa un incremento del 50% dell’incidenza dei costi, nonostante lo scarso conferito.