Il movimento dei civici incalza i candidati tra occupazione, precarietà, cervelli in fuga
Centrodestra alla carica: «Tagliare le tasse». 5 Stelle: «Solo noi diversi»
Il lavoro è stato al centro del dibattito tenutosi ieri sera a Rovereto nella sala della Filar- monica. Stimolati dal direttore del Corriere del Trentino, Enrico Franco, i candidati Vanessa Cattoi (Lega), Donatella Conzatti (Forza Italia), Tiziano Mellarini (Civica Popolare), Michele Nicoletti (Pd), Cinzia Boniatti (5 Stelle) hanno offerto le loro ricette. Nel solco della continuità quelle del centrosinistra che rivendica il lavoro dei governi Letta-Renzi-Gentiloni. Taglio delle tasse il cavallo del centrodestra.
La centralità del lavoro ROVERETO e il rilancio dell’economia come elementi cardinali per il futuro dell’autonomia nel roveretano come in tutto il Trentino. Per entrare nella carne viva di questi temi cruciali, ieri sera di fronte a una folta platea radunata nella sala della Filarmonica di Rovereto, si sono confrontati cinque tra i candidati del collegio, su iniziativa dei Civici per Rovereto, movimento guidato dal sindaco Francesco Valduga.
Stimolati dalle domande di Enrico Franco, direttore del
Corriere del Trentino, Vanessa Cattoi (Lega), Donatella Conzatti (Forza Italia), Tiziano Mellarini (Upt–Civica Popolare), Michele Nicoletti (Pd), Cinzia Boniatti (5 Stelle) sono entrati nel merito delle questioni poste. «Abbiamo coinvolto i candidati all’uninominale — ha spiegato Valduga — per ripartire dalla territorialità. Da civici, crediamo che la politica debba essere partecipata, metodo che rafforza senso di appartenenza a una comunità, ricostruendola. Libertà è conoscenza, informazione, approfondimento». E i riflettori sono stati accesi anzitutto sulla ripresa dell’occupazione, mettendo al centro dignità dei lavoratori e contrasto della precarietà, tra impieghi a singhiozzo e fuga dei cervelli. Nicoletti sostiene che si sia imboccata, nonostante tutto, la strada giusta. «Il lavoro deve essere l’ossessione di ogni governo — ha detto il candidato del centrosinistra per la Camera — ci sono segnali di ripresa, con 980.000 posti creati sul piano nazionale dalla continuità dell’azione dei governi Letta, Renzi, Gentiloni, dopo la torsione drammatica che, nel periodo immediatamente precedente, ha portato a perdere il 25% della capacità produttiva manifatturiera, con tante imprese che hanno chiuso i battenti anche in Trentino».
Per Cattoi il quadro è molto più nero e vanno percorse altre soluzioni. «Non dimentichiamo che in Trentino c’è un tasso di emigrazione giovanile del 16% — rilancia la portacolori del centrodestra per la Camera — studiare o lavorare all’estero deve essere scelta, non obbligo. Per questo va definito un minimo salariale garantito, per tutte le categorie, che si accompagni alla flat tax che va a beneficio di tutti, perché riducendo la pressione fiscale si creano occupazione e capacità di spesa per le famiglie. Non possiamo proseguire con una pressione fiscale che, tra imposte dirette e indirette, ha raggiunto una punta del 64%». Le fa eco Conzatti. «Il Jobs Act ha fatto le cose a metà — sostiene la neo-esponente azzurra, ex Upt, oggi in corsa per il Senato — crediamo in un’economia sociale di mercato in cui la facilità di reimpiego sia la base di un sistema flessibile in cui il pubblico non scavalchi le comunità locali o si sostituisca al privato. Sussidiarietà è la parola chiave, non come in Trentino dove tutto è stato provincializzato».
Un quadro opposto a quello descritto da Tiziano Mellarini. «Il Jobs Act ha dato le prime risposte — osserva l’alfiere del centrosinistra al Senato — anche se con assunzioni a tempo determinato, la disoccupazione è scelta dal 13,2% al 10,8%. In Trentino siamo al 4,2% con un Pil dell’1,7%, contro l’1,5% nazionale. Tutto è migliorabile, ma dobbiamo continuare a investire in formazione professionale, incentivare la ricerca col suo valore di innovazione per l’impresa. Innovazione è anche investire in digitale e cultura. Un euro investito in cultura nel produce 1,8 negli altri settori ». B on i atti marcala propria alterità .« Tutti gli altri candidati — sostiene la pentastellata, in lizza per il Senato — rappresentano forze che hanno già governato. Impresa e lavoro soffrono del garbuglio democratico, ma la risposta non può essere la flat tax. Le imprese nel mercato globalizzato hanno cercato di insediarsi dove i salari sono più bassi».