Ma in provincia i sinistri sono dimezzati
Telefonino bestia nera, meno ubriachi. Tognarelli: «La gente è maturata»
TRENTO Di anno in anno, le oscillazioni non mancano. Nel 2016, ad esempio, sulle strade del Trentino si sono verificati 1.361 incidenti, più dei 1.258 del 2015 e dei 1.347 del 2014. Ma nel lungo periodo la tendenza è evidente: i sinistri sono diminuiti quasi del 35% in tredici anni. E non è tutto: nello stesso arco temporale i feriti si sono ridotti del 30%, mentre i morti si sono dimezzati.
È quanto si evidenzia dall’aggiornamento dell’annuario statistico pubblicato dall’Istituto di statistica della provincia di Trento (Ispat). Secondo il comandante della Polizia stradale di Trento Giansante Tognarelli è una «questione di maggiore maturità e consapevolezza da parte di chi si mette alla guida». I numeri non mentono: se nel 2003 le vittime di incidenti stradali in Trentino erano state 55 (7 in autostrada, 38 sulle strade provinciali, 10 su quelle comunali urbane), nel 2016 sono scese a 32, la maggior parte, tuttavia, ancora sulle strade provinciali (23). A parte il picco del 2012 (38 vittime), il trend è in continua discesa. Il numero più alto di decessi si registra nella fascia fra i 30 e i 64 anni: a morire, principalmente, sono i conducenti dei veicoli, soprattutto negli scontri fra auto (8 le vittime di frontali, 4 in tamponamenti ad esempio nel 2016). I mesi più funesti, giugno, agosto, settembre e ottobre, sabato e domenica per quanto riguarda i giorni della settimana. L’indice di mortalità, inoltre, è più elevato alle quattro del mattino e alle undici di sera, anche se la maggior parte degli incidenti, nel 2016, si è verificata alle 18.
Il calo riguarda anche i feriti: dai 2.832 del 2003 sono passati ai 1.926 del 2016. Anche in questo caso a fare la parte del leone sono le strade provinciali (867 feriti nel 2016). In questo campo, fra l’ altro, si osserva l’ unico dato incontro ten condizionato denza: dal 2003 al 2016 sono aumentati i ferimenti fra i pedoni coinvolti in incidenti stradali (149 tredici anni fa, 163 nel 2016 con un picco di 192 nel 2014). Quasi il 45% dei feriti è causato dalla fuoriuscita dei veicoli dal tratto stradale, la seconda causa di ferimento è lo scontro frontale-laterale. «Il calo degli incidenti non è dovuto solo all’inasprimento delle sanzioni per le violazioni del codice della strada, è una questione di mentalità — osserva Tognarelli — anche per questo esiste da quasi vent’anni il progetto Icaro, promosso dalla polizia per portare l’educazione stradale nelle scuole. È importante che vi sia una percezione collettiva del fenomeno per farlo diminuire». Le cause dei sinistri sono molteplici e di solito si assommano: se a livello provinciale «la manutenzione delle strade è ottima — rileva Tognarelli — e le misure di sicurezza che riguardano le strutture sono elevate», la distrazione assume un ruolo sempre più rilevante. Disattenzioni, anche fatali, che si traducono principalmente in due vocaboli: telefono cellulare. C’è poi l’eccesso di velocità, che tuttavia «può concorrere al pari di qualsiasi altro comportamento». La guida in stato di ebbrezza, invece, è una violazione sempre più rara da riscontrare: «Nessun fenomeno si riesce a estirpare al 100%, ma il problema era più sentito una decina di anni fa — commenta il comandante della stradale — la sensibilità degli automobilisti è molto maggiore. Certo, anche le sanzioni hanno contribuito a far rispettare la normativa sull’alcol alla guida, ma le persone hanno comunque una maggiore percezione del problema».