«Una commedia tragica e ironica»
Sorelle Materassi, Poli protagonista
Una delle grandi signore del teatro italiano torna a Trento. Lucia Poli sarà al Teatro Sociale dall’1 al 4 marzo con l’ultima tappa del tour 2018 dello spettacolo Sorelle Materassi, adattamento di Ugo Chiti del romanzo capolavoro di Aldo Palazzeschi. In scena per la regia di Geppy Gleijeses, è affiancata dalle coprotagoniste Milena Vukotic e Marilù Prati. «Può essere definita una tragicommedia — spiega l’attrice — perché ci sono entrambi i sapori, un impasto che somiglia molto allo stile di Palazzeschi, declinato nelle varie forme dell’ironia senza mai toccare punte di violenza o di volgarità. Gran parte del merito va all’adattamento di Chiti, drammaturgo toscano che conosce bene l’animo di Palazzeschi e dei fiorentini, che riesce a trasferire in scena la vicenda delle Materassi senza lungaggini e senza cadere nel bozzettismo». Ai primi del ’900 in un sobborgo fiorentino le tre sorelle vivono una vita tranquilla dedita al lavoro insieme alla loro affezionata domestica Niobe (Sandra Garuglieri). Sarà l’arrivo del giovane, bello e sfacciato nipote Remo (Gabriele Anagni), figlio di una quarta sorella morta, a rompere l’equilibrio quotidiano portando a galla antichi rancori e rivalità femminili.
«Uno spettacolo moderno, tutto concentrato sulle dinamiche famigliari e sui sentimenti. L’adattamento ha reso ancora più tagliente il racconto di Palazzeschi, limando i fronzoli storici per concentrarsi su impulsi senza tempo come l’odio e l’amore. L’ambientazione è stata mantenuta negli anni ’30, ma senza alcuna retorica».
Delle sue colleghe in scena racconta: «Con Milena avevo già lavorato negli anni ’70 per uno sceneggiato tv nel quale era presente anche mio fratello Paolo. Marilù invece l’avevo conosciuta negli stessi anni a Roma all’Alberico, un teatrino d’avanguardia che gestivo e che ospitò tra gli altri anche Roberto Benigni e Carlo Verdone». E a proposito del fratello Paolo, straordinario uomo di spettacolo scomparso ormai due anni fa: «Per un anno quasi non ho avuto la forza di parlarne. Era mio fratello maggiore di undici anni, da ragazzina l’ho seguito con fascinazione e mi è stato da guida per tutta la vita. È grazie a lui che ho imparato ad amare il mondo dello spettacolo».