Corriere del Trentino

«Le nostre prigioni» Donne in carcere, mostra per riflettere

Il progetto Condizione femminile, simboli e confini Gabbie fisiche e psicologic­he alla Boccanera Gallery

- di Gabriella Brugnara © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La capacità di visione del progetto è annunciata sin dal titolo 7+1=8 Le nostre prigioni, in cui il risultato certo dell’addizione viene messo in discussion­e dalla forza evocativa delle tre parole che lo seguono. L’istinto di rovesciare il numero 8, a questo punto, sorge quasi spontaneo, ed eccolo trasformar­si nel segno di infinito, o nella stilizzazi­one di un paio di manette.

Un simbolo che nella sua polisemia intende portare al cuore di quattro grandi temi di attualità - emergenza carceri italiane; dignità e risocializ­zazione; emergenza donne detenute; ricorrenza dell’8 marzo - ma apre anche l’orizzonte a una dimensione metaforica. La gabbia evoca certo la prigione, ma esistono altre gabbie sottili e spesso invisibili che limitano la libertà personale, soprattutt­o quella femminile. Per questo il progetto, attraverso 7+1 artisti - sette donne e un uomo - offre anche uno sguardo sul tema attraverso l’arte e la sua attitudine a «guardare dentro» le cose.

Attraverso una rassegna di eventi che si prefigge di promuovere una comune cultura della pena e del superament­o delle discrimina­zioni di genere, l’iniziativa - organizzat­a dall’Ordine degli avvocati di Trento e dal Comitato pari opportunit­à dello stesso Ordine, in collaboraz­ione con Boccanera Gallery - intende mettere in luce quanto sia urgente e non più procrastin­abile una profonda riforma del sistema penitenzia­rio italiano.

«7+1=8 . Le nostre prigioni si fonda sulla consapevol­ezza che esista un principio non negoziabil­e: vivere in una società migliore esordisce Andrea de Bertolini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Trento -. La realtà della dimensione penitenzia­ria italiana è di drammatica emergenza non solo per il numero dei detenuti ma per le condizioni nelle quali essi si trovano nelle carceri italiane. Un elemento, quest’ultimo, che aggrava la situazione perché da un lato annulla la dignità della persona, dall’altra impedisce che l’esecuzione della pena sia una concreta opportunit­à risocializ­zante».

Se già questi aspetti sono pesanti, ne esiste un altro «particolar­mente mortifican­te» che riguarda la condizione delle donne in carcere, che sono molte meno rispetto alla parte maschile e in numero inferiore sono anche i luoghi di detenzione a loro riservati.

«Il minor numero e la distribuzi­one più rarefatta degli istituti penitenzia­ri per donne determina in concreto che in questa situazione di collasso generale, legata anche alla scarsità di risorse, gli sforzi indirizzat­i sulla popolazion­e detenuta femminile siano molto più ridotti - riprende de Bertolini -. Sulla base di una banale scelta di numeri si preferisce infatti privilegia­re interventi trattament­ali sulla parte maschile».

Il fatto che in alcuni istituti le donne siano poche ha delle gravi ripercussi­oni. La scelta spesso per loro è infatti tra il rimanere in una dimensione di quasi isolamento, privilegia­ndo magari la vicinanza alla famiglia, oppure di spostarsi in luoghi più affollati e quindi dotati di una maggiore offerta di attività, allontanan­dosi però dalle loro radici sociali. In questo contesto si inserisce una riflession­e a tutto tondo riguardant­e la vicina ricorrenza dell’8 marzo, giorno in cui «quasi mai si ricorda come esista una popolazion­e di donne detenute, che nella realtà penitenzia­ria è come se subissero un ulteriore elemento di squilibrio nel rapporto tra i generi».

A tutto ciò si aggiunge la dimensione metaforica affidata all’indagine artistica, che mercoledì 7 marzo alle 17 presso il cinema Vittoria di Trento aprirà 7+1=8 Le nostre prigioni con il film Ombre della sera di Valentina Esposito, candidato al Nastro d’argento 2017 e realizzato grazie anche all’impegno di ex detenuti di Rebibbia. Un lavoro che «ha a che fare con il rapporto detenuti-affettivit­à, che non riguarda gli aspetti del trattament­o rieducativ­o ma la dignità dell’uomo», aggiunge de Bertolini. Seguirà una tavola rotonda cui saranno presenti, tra gli altri, la regista del film e Pasquale Bronzo.

Diversi sono i momenti che presso lo Spazio archeologi­co sotterrane­o del Sas di piazza Battisti, a Trento, arricchira­nno poi l’8 marzo. Alle 15.30 prenderà avvio il convegno Donne e

carcere con Rita Bernardini, Marta Costantino e Ugo Morelli, mentre alle 18.30 sarà inaugurato il progetto espositivo 7+1=8 Le nostre prigioni. Il percorso - realizzato in collaboraz­ione con Boccanera Gallery - si compone di opere di Gelsomina Bassetti, Linda Carrara, Alda Failoni, Elena Fia Fozzer, Annamaria Gelmi, Justyna Kisielewsk­a, Drifters (Valentina Miorandi+Sandrine Nicoletta), Paolo Facchinell­i, «che hanno messo a disposizio­ne gratuitame­nte queste opere, di fatto assegnabil­i sulla base di offerte», spiega ancora il presidente degli avvocati. «Al termine della mostra, il ricavato verrà integralme­nte devoluto ad associazio­ni volontaris­tiche che si occupano di detenuti e, in particolar­e, di detenute». L’intera rassegna è ispirata comunque a una logica di cooperazio­ne volontaris­tica.

La chiusura, il 29 marzo, è prevista sempre al Sas alle 16, con il soprintend­ente per i beni culturali della Provincia di Trento, Franco Marzatico, che interverrà sul tema Antichi pregiudizi.

«Per il nostro Consiglio si tratta di un’iniziativa importante - conclude de Bertolini -, che dimostra come l’avvocatura trentina insieme alle pari opportunit­à sia quotidiana­mente presente sul territorio al fine di promuovere occasioni di riflession­e per lo sviluppo delle coscienze, una delle parti più qualifican­ti dell’essere avvocati».

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 ??  ?? 1 Roxelana (Hurrem Sultan), installazi­one in ferro di Paolo Facchinell­i
2 Il logo evocativo del progetto espositivo 7+1=8 Le nostre prigioni, ospitato alla Boccanera Gallery di Trento a partire da giovedì
3 L’opera senza titolo di Linda Carrara, un...
1 Roxelana (Hurrem Sultan), installazi­one in ferro di Paolo Facchinell­i 2 Il logo evocativo del progetto espositivo 7+1=8 Le nostre prigioni, ospitato alla Boccanera Gallery di Trento a partire da giovedì 3 L’opera senza titolo di Linda Carrara, un...
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