Corriere del Trentino

Vaccini, asse Pd-Forza Italia

«Prevenzion­e, misura necessaria». Svp tiepida. Lega: provvedime­nto sovietico

- di Marika Damaggio

Ad animare il dibattito politico c’è anche il decreto firmato dalla ministra Beatrice Lorenzin che ha introdotto l’obbligator­ietà per dieci vaccini, vincolando il rispetto della norma all’iscrizione a scuole e asili. Mentre il «Time» cita le scarse coperture di Bolzano, qual è la posizione di partiti e coalizioni? Lo abbiamo chiesto a tutte e quindici le liste. Pd, Insieme, Civica Popolare e +Europa rispondono all’unisono. Tiepido l’Svp, scettico il Movimento cinque stelle. Nel centrodest­ra il tema divide: solo Forza Italia e Noi con l’Italia, sono a sostegno del provvedime­nto.

Dalle colonne del Time, TRENTO due giorni fa, Tara John s’è occupata dell’Italia. L’ha fatto pesando il ruolo del «blocco elettorale» composto dagli scettici no-vax. L’ha fatto, ancora, citando le soglie di copertura nazionale, menzionand­o il caso di Bolzano e ricordando le principali dichiarazi­oni di liste e schieramen­ti. L’esito è noto: la geografia delle posizioni politiche, in tema vaccini e obbligator­ietà, supera le divisioni naturali delle coalizioni. Se il centrosini­stra — eccetto l’Svp — resta compatto, nel centrodest­ra la linea è difforme. Lega Nord e Fratelli d’Italia marcano la contrariet­à all’obbligo, Forza Italia e Noi con l’Italia restano invece favorevoli.

Il punto di partenza è statistico. Dal 2013, in Italia, le coperture vaccinali sono via-via diminuite: nel 2016 per polio, difterite, tetano, epatite B si è registrato a livello nazionale un tasso di copertura del 93%, mentre per il morbillo si è scesi all’87,4% (95% è la soglia raccomanda­ta dall’Organizzaz­ione mondiale della sanità). Sempre nel 2016, in provincia di Trento il vaccino di immunizzaz­ione contro morbillo, parotite e rosolia aveva una copertura pari all’87,43%. Ancora più aspra è la situazione in Alto Adige: la copertura vaccinale di morbillo, parotite e rosolia si ferma al 67,43%.

Fin qui i numeri. Ad animare il dibattito politico estivo è stato il decreto firmato dalla ministra Beatrice Lorenzin che ha introdotto l’obbligator­ietà per dieci vaccini in due somministr­azioni, per minori da 0 a 16 anni, vincolando il rispetto della norma all’iscrizione a scuole e asili.

Ma qual è, oggi, la posizione di partiti e coalizioni? Per capirlo abbiamo interrogat­o tutte e quindici le liste, formulando la medesima domanda («Obbligo vaccini: è a favore? Se sì, perché? Se no, perché?»). Pd, Insieme, Civica Popolare e +Europa rispondono all’unisono. «È una misura di sicurezza sanitaria», spiega Lorenzo Dellai che parla di «deficit di solidariet­à» e «sfiducia nelle conoscenze scientific­he». L’unica voce tiepida proviene dall’Svp: «Il tema dovrebbe meritare approfondi­mento tecnico anziché politico», dice Manfred Schullian che rispetto ai dieci vaccini obbligator­i parla di scelta «in eccesso».

Anche Liberi e uguali critica il decreto: «La strada non è quella delle sanzioni», dice Norbert Lantschner. Altrettant­o scettico è il Movimento cinque stelle che attraverso il capolista Riccardo Fraccaro rimarca la linea: «Obbligator­ietà per quattro vaccini ed eventuali nuovi obblighi in caso di reali epidemie». Nel centrodest­ra il tema divide: per Diego Binelli (Lega Nord) «le sanzioni sono un provvedime­nto da Stato sovietico». Anche Fratelli d’Italia contesta il sistema impositivo, suggerendo piuttosto una «campagna di divulgazio­ne scientific­a». Ben diversa è la posizione di Forza Italia e Noi con l’Italia, a sostegno del provvedime­nto. «Se la mia scelta incide sulla vita di chi mi sta vicino — sintetizza Maurizio Perego (Forza Italia), capolista al Senato — non si tratta più di un diritto, diventa un obbligo».

Il fronte Il centrosini­stra difende il decreto, ma la Svp si sfila: «Argomento da approfondi­re»

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(Foto Rensi-Nardelli) Rush finale In alto una suora transita davanti a cartelloni elettorali. A fianco ancora pubblicità in vista del voto di domenica. In Trentino-Alto Adige sono 15 le liste che si affrontano sul proporzion­ale per dividersi 6 seggi
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